2015-02-18 13:56:00

Francesco prega per i copti uccisi in Libia e invoca soluzioni pacifiche


All’udienza generale, Papa Francesco ha lanciato un accorato appello per la pace in Medio Oriente e Nord Africa, ricordando nuovamente il sacrificio dei 21 giovani copti egiziani uccisi dai jihadisti del sedicente Stato Islamico. Un pensiero che ha toccato i cuori degli egiziani. Le parole del Papa nel servizio di Benedetta Capelli:

“Vorrei invitare ancora a pregare per i nostri fratelli egiziani che tre giorni fa sono stati uccisi in Libia per il solo fatto di essere cristiani. Il Signore li accolga nella sua casa e dia conforto alle loro famiglie e alle loro comunità. Preghiamo anche per la pace in Medio Oriente e nel Nord Africa, ricordando tutti i defunti, i feriti e i profughi. Possa la Comunità internazionale trovare soluzioni pacifiche alla difficile situazione in Libia”.

Ancora una volta Papa Francesco fa sentire la sua voce e ricorda la tragica fine dei 21 giovani lavoratori egiziani copti barbaramente uccisi dal sedicente Stato Islamico. Nei saluti ai pellegrini di lingua araba poi ha voluto rimarcare che si è sempre fratelli al di là della lingua e della cultura:

“Gesù ha illuminato, con l’incarnazione, l’esperienza della fraternità umana, aprendo i suoi orizzonti ad accogliere ogni uomo, specialmente i più bisognosi e poveri. Egli ha istituito la fraternità che oltrepassa ogni ostacolo di colore, di lingua e di cultura per abbracciare tutti gli uomini quando ci ha insegnato a rivolgerci a Dio chiamandoLo “Padre nostro”! Il Signore vi benedica e vi protegga tutti dal maligno!”.

Le parole di Papa Francesco hanno toccato il cuore degli egiziani come conferma padre Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica al Cairo:

R. – We’ve really felt the proximity…
Abbiamo sentito davvero la vicinanza del Papa. E tutti noi egiziani – musulmani e cristiani – siamo sensibili a questo. Anche prima dell’udienza generale, infatti, Sua Santità, in un incontro con la Chiesa riformata di Scozia, ha detto di essere molto triste e pieno di dolore per quanto accaduto a questi giovani. E ha detto qualcosa di molto importante sull’ecumenismo dei martiri, sull’ecumenismo del sangue: che siamo uno in Cristo, che non ci sono cattolici, protestanti o ortodossi, ma siamo tutti uno nel sangue e nel martirio. Il Papa stava quasi per piangere e noi abbiamo trasmesso questo messaggio al Patriarca Tawadros, che ci ha detto che Papa Francesco lo ha chiamato al telefono per presentare le sue condoglianze. Comunque abbiamo sentito che la Chiesa cattolica e Sua Santità Papa Francesco sono davvero vicini a noi e pregano per l’Egitto e per i cristiani d’Oriente.

D. – Il Papa ha detto all’udienza generale che Dio ci dona la fraternità al di là della lingua e della cultura…

R. – This is what we care for…
Questo è quello che ci preme: essere tutti fratelli e sorelle in un unico Dio che ci ha creato tutti. Questa apertura della Chiesa cattolica ai fratelli e sorelle di altre Chiese è qualcosa di molto bello e noi sentiamo davvero questa vicinanza di Sua Santità a noi, qui in Egitto.

D. – C’è prossimità da parte della comunità musulmana?

R. – All the newspapers – the Egyptian…
Tutti i giornali - i giornali egiziani, non quelli cristiani – tutti i giornali egiziani e la televisione hanno fatto riferimento a quello che Sua Santità ha detto diverse volte. Lo vedono come uomo di pace. Ed ogni volta che incontriamo i nostri fratelli musulmani, la domanda che ci fanno è: “Quando verrà Papa Francesco?”.

D. – Com’è la situazione ora dopo questo brutale assassinio?

R. – Well, the situation is calm but…
Beh, la situazione è calma, ma questa gente veniva da un’area davvero molto povera nella parte alta dell’Egitto, vicino al governatorato di Minia. Le famiglie di questi ragazzi sono molto, molto povere, al di sotto della soglia di povertà. Se hanno lasciato le loro famiglie e sono andati in Libia, nonostante il terrorismo e le brutte condizioni di vita, è perché stavano cercando lavoro e pane. Dobbiamo trovare un modo per aiutare questa gente a non andare verso aree di terrorismo, così da non avere altri problemi come quelli che abbiamo avuto.

D. – Siete spaventati per l’Is?

R. – Well I’m not afraid but …
Beh, io non sono spaventato, ma sta minacciando la pace del mondo. Se lei guarda il video, le ultime parole dicono: “Invaderemo Roma”. Tutti i cristiani in Occidente e in Europa devono avere paura non dello Stato Islamico, ma che Dio non sia presente in Europa. Dobbiamo scoprire ancora una volta la nostra cristianità e il nostro Signore Gesù Cristo, riportarlo nelle nostre case, nelle nostre famiglie, nei nostri Paesi, e avere il coraggio per questo. Mi dispiace dire questo agli europei, ma questo è quello che davvero sentono qui in Oriente.








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