2015-02-15 10:58:00

I tamil: Onu indaghi su anni di guerra civile in Sri Lanka


Nello Sri Lanka le autorità Tamil del nord hanno adottato una risoluzione in cui si chiede un’inchiesta dell’Onu per genocidio e crimini di guerra commessi dall’esercito cingalese contro l’etnia durante la sanguinosa guerra civile conclusasi nel 2009. Quali conseguenze avrebbe oggi un’inchiesta internazionale per un Paese ancora alla ricerca di una difficile stabilizzazione? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Stefano Vecchia, esperto di Asia:

R. - A cinque anni dalla fine del conflitto la pace di fatto è ancora lontana. Quello che la rappresentanza politica della regione nord dell’isola, quindi quella tamil, cerca è in qualche modo di non far cadere l’attenzione internazionale perché il rischio è che altrimenti questa giustizia, che è stata negata per molti anni, alla fine non si venga mai a realizzare e quindi non si venga mai a realizzare quell’unità di cui il Paese ha bisogno anche in prospettiva per lo sviluppo.

D. –Nello Sri Lanka di oggi, di fatto, una reale fusione delle due etnie non c’è stata …

R. – Non c’è stata, non è stata possibile finora proprio per i postumi della guerra  e proprio perché fino all’inizio di quest’anno il Paese era comunque sotto un regime che ha condotto la guerra con metodi anche molto discutibili. Quello che lamentano i Tamil è che questo stato di separazione di fatto, in realtà, dura dal 1948, quindi dall’inizio dell’indipendenza dai britannici e le speranze che un‘unità si riesca a concretizzare sono stata finora eluse anche nel dopoguerra, perché naturalmente non si tratta solo di decidere che da un momento all’altro la guerra è finita per cui il popolo deve unirsi, ma è proprio la difficoltà, il baratro che si è creato tra le comunità a rendere questo dialogo ancora oggi difficilissimo, oltre ad una prospettiva di sviluppo che per i Tamil non si è mai realizzata.

D. - Un dialogo ancora oggi impossibile secondo per il fatto che poi non c’è stato un reale inserimento nelle cariche istituzionali dell’etnia tamil?

R. - Sì, questo non è stato possibile per ora. Con il presidente Sirinsena in carica dopo l’8 gennaio il tentativo di integrare i tamil c’è. Ricordo che il primo ministro è tamil così come lo sono altri nel governo. I partiti tamil sono presenti anche in coalizione nel governo centrale. Quindi le prospettive sono buone. Quello che però i tamil non vogliono è che venga a cadere questa possibilità di fare giustizia su decenni di conflitto che ha significato grandi dolori per tutti, ma soprattutto decine di migliaia di vittime, di perdite umane per questa minoranza e appunto - ancora una volta - una segregazione che permane.








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