2015-02-14 14:43:00

Ucraina: ancora combattimenti e morti a poche ore da tregua


In Ucraina dell’est, a poche ore dall'entrata in vigore della tregua, sul campo ancora si combatte: una potente esplosione nel centro di Donetsk ha ucciso almeno tre persone. E non mancano dichiarazioni inquietanti da parte delle milizie locali. Il servizio di Fausta Speranza

Cessate il fuoco sì, ma non a Debaltsevo perche' gli accordi non dicono "una parola" al riguardo: questa la posizione delle milizie separatiste, mentre si avvicinano le 23 ora italiana di questa sera in cui è previsto che tacciano le armi. Debaltsevo  rappresenta, nella regione di Donetsk, uno strategico nodo ferroviario conteso. Lì, circa 8000 soldati di Kiev da tempo sono accerchiati e anche oggi sono stati sottoposti a pesanti bombardamenti. E’ il capo dell'autoproclamata repubblica di Donetsk ad affermare che i miliziani non lasceranno uscire le truppe ucraine da Debalstevo.  E poi, rivendicando vittoria piena ai negoziati, alza il tiro: "Se non sarà soddisfatta la nostra richiesta di un’indipendenza di fatto, rivendicheremo tutto il territorio della regione di Donetsk".  Intanto, sappiamo che in queste ore il presidente ucraino Poroshenko si tiene in contatto telefonico con i leader di Germania e Francia, protagonisti della mediazione nella conferenza di pace che è stata definita Minsk 2. E poi con il presidente Usa Obama.  Dal G7 poco fa, il monito: "Esigiamo – si legge nel comunicato - che tutte le parti rispettino strettamente le disposizioni dell'accordo, a cominciare dal cessate il fuoco.   

Per una valutazione di quanto sta acccadendo, Emanuela Campanile ha intervistato Dario Fertilio del Corriere della Sera:

R. – Putin ragiona in termini ideologici e totalitari, per cui lo spazio vitale russo non si mette in discussione. Quindi, non ci si può illudere di poter ragionare in termini puramente economici, e nemmeno solo in termini strettamente militari, perché Putin probabilmente ha già pronto un "piano B" che riguarda i Paesi baltici. Se l’Ucraina dovesse cedere, sfasciarsi economicamente, oppure se invece la situazione si dovesse congelare, Putin ha già una perfetta nuova area di influenza da affermare, cioè il territorio di Kaliningrad, che è un’enclave dentro l’Unione Europea, e per la quale probabilmente chiederà garanzie per le minoranze russe. Già sta cominciando a far volare i suoi aerei militari intorno ai confini dei Paesi baltici. Quindi, l’"oggetto" Putin è da maneggiare con estrema cura e però anche con estrema fermezza, perché la logica della fermezza è l’unica di cui Putin e i suoi possono tenere conto.

D. – Le buone intenzioni dell’Occidente, dunque – abbiamo visto con Merkel e Hollande – non bastano…

R. – Di sicuro sono un generoso tentativo dovuto al fatto che si rendono conto che, se dovesse sfasciarsi definitivamente l’Ucraina, la situazione in Europa precipiterebbe rapidamente. D’altra parte è anche vero che l’Unione Europea dà la chiara impressione di non potere avere una politica estera comune.








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