Il responsabile della Commissione per la Pastorale sociale della Conferenza episcopale argentina, mons. Jorge Lozano, ha denunciato che "ci sono situazioni di malnutrizione infantile in varie parti del Paese" e ha accusato il governo di "manipolare le statistiche per non affrontare la realtà".
20% dei bambini esclusi dal controllo medico
La malnutrizione non è un fenomeno nuovo in Argentina, tuttavia nel 2013 (secondo
informazioni raccolte dall'agenzia Fides) la diagnosi di "malnutrizione" è stata cambiata
con quella di "sotto peso". Inoltre è aumentato il numero di bambini esclusi dal controllo
medico e quindi dai dati ufficiali. In questi ultimi giorni nella provincia di Salta
ci sono stati 2 casi di bambini morti per malnutrizione, denunciati dalla stampa locale.
Il ministro della sanità ha detto che "si tratta di una vera tragedia" e ha confermato
che il 20% dei bambini della zona sono fuori dal controllo sanitario statale.
Mortalità infantile legata a povertà e fame
La stampa nazionale accusa il governo di tacere perché anche lo scorso anno ci sono
stati casi denunciati di morte per malnutrizione ma non riconosciuti come tali. Secondo
dati ufficiali, a Salta ci sono circa 106 mila bambini sotto controllo nutrizionale,
e di questi circa 1.900 sono sotto il livello normale. La nota pervenuta a Fides contiene
un'intervista rilasciata da mons. Lozano al giornale “El Tribuno” di Salta, dove il
vescovo della diocesi di Gualeguaychú ha così commentato gli ultimi decessi nella
provincia: "Questa situazione a volte diventa pubblica, ma altre volte resta nascosta,
o sembrano morti avvenute per malattia, ma sono sempre morti legate alla povertà o
alla mancanza di alimentazione".
Fenomeno legato alle diseguaglianze sociali
Fra le diverse cause, ha segnalato “la crescita economica concentrata nelle mani di
pochi finisce per riempire solo le tasche di pochi”. Quindi ha aggiunto: “Al di là
dei numeri, la malnutrizione infantile è un problema molto serio, perché in alcuni
casi porta alla morte e in altri comporta uno svantaggio tremendo per tutta la vita,
perché quando il corpo del bambino non riesce a svilupparsi nei primi anni, non potrà
farlo più tardi”. (C.E.)
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