2015-02-11 13:54:00

Tsipras: la Grecia non tornerà ai piani di sottomissione


Oggi riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles, nel quale il nuovo governo greco presenta un piano in 5 punti, in vista di un accordo ponte, che permetta ad Atene di ottenere 10 miliardi di euro e tempo fino ad agosto per negoziare un nuovo programma di aiuti contro la crisi. Il premier Tsipras, nonostante le pressioni della Germania, ha ribadito che il Paese ellenico non tornerà ai piani di sottomissione del passato e non adotterà nuove misure di austerità. Il parlamento di Atene, intanto, ha votato la fiducia al neo-governo ellenico eletto nelle scorse settimane. Della crisi greca Giancarlo La Vella ha parlato con Antonio Ferrari, analista politico del Corriere della Sera:

R.  – Ieri la borsa di Atene è salita. Questo  vuol dire che i mercati credono in un accordo. Io credo che un compromesso si troverà. Sia pure per tappe, ci sarà questo accordo ponte, ma bisognerà fare in modo che nessuno perda la faccia: il governo Tsipras, per quello che ha proposto ai suoi elettori per vincere le elezioni, e anche la Germania. Io credo che oggi Berlino, ma anche il mondo intero siano molto preoccupati per l’Ucraina. Quindi,  anche questo potrà favorire una soluzione.

D . - C’è il rischio che Tsipras non riesca a mantenere le sue promesse, quindi si crei una fronda a livello popolare anche nei confronti di questo nuovo governo?

R.  – Il rischio c’è, perché oltre alla disperazione, la lotta contro gli immigrati, che purtroppo sostiene anche Kammenos, cioè l’alleato di estrema destra del governo di estrema sinistra, eppure c’è anche un Paese che guarda a tutto questo con simpatia, perché Tsipras vuole far uscire il Paese dalla crisi, cercando di riaggiustare gli effetti più devastanti, ma, dall’altra parte, si sa benissimo che tutti i debiti della Grecia sono in euro e devono essere pagati. Ma non credo che oggi ci possa essere uno Stato europeo che dica: “Signori, cancelliamo tutto e non se ne parla più". No, non è più possibile.

D. – E la questione dei debiti di guerra che Atene vanta ancora oggi nei confronti di Berlino?

R.  – Certo, Atene dice una cosa: nel ’53, quando voi avete avuto bisogno, vi sono stati abbonati il 50% dei debiti e il resto da restituire in 30 anni, anche per favorire la futura riunificazione, che, quindi, in parte è stata pagata da tutti noi. Allora ciascuno ha rinunciato al rigore assoluto proprio per consentire alla Germania di uscire dai binari della crisi postbellica, fino a quando ci fosse stata la riunificazione. Dall’altra parte, la Grecia è stata vittima del fascismo italiano e del nazismo tedesco. Ora, io credo che sia impossibile oggi andare a pretendere una riparazione dei danni della Seconda Guerra Mondiale, però è anche questa una pressione da parte della Grecia su Berlino. Come a dire: “Sentite, avete ottenuto molto nel passato. Anche noi oggi chiediamo qualcosa. Cercate di essere più comprensivi e non essere barricati dietro il muro del rigore".








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