2015-02-10 11:59:00

Vescovi indiani latini: sì all'inculturazione, no al fondamentalismo


La promozione di una fede più inculturata attraverso una liturgia che tenga conto delle culture locali, ma anche fedele alle norme liturgiche; la sottolineatura dello stretto legame tra Eucaristia e famiglia, quale cellula fondamentale della Chiesa e della società; l’attenzione della Chiesa ai poveri e la denuncia del fondamentalismo anti-cristiano. Queste le principali indicazioni emerse dalla 27.ma Plenaria della Conferenza dei vescovi di rito latino dell’India (Ccbi) conclusasi ieri a Bangalore dopo una settimana di lavori. “Liturgia e vita” è stato il tema dell’incontro al quale hanno partecipato 140 presuli da tutto il Paese.

L’urgenza di una fede inculturata
“Considerato il carattere multiculturale della nostra società e che le culture sono in continua evoluzione e trasformazione, la promozione dell’inculturazione non può prescindere dalla sensibilità delle diverse comunità”, sottolinea il comunicato finale che richiama però anche il dovere di rispettare le norme liturgiche prescritte “per mantenere la dignità e il decoro delle celebrazioni”. I presuli indiani sottolineano anche la necessità di rafforzare le Piccole Comunità Ecclesiali (Scc), intese come comunioni di famiglie solidali legate dalla liturgia che - affermano – sono l’autentica espressione di “una Chiesa viva”. Solo attraverso la comunione delle famiglie infatti la Chiesa cattolica “diventa Eucaristica come nelle prime comunità cristiane”.

L’impegno della Chiesa per i poveri
Alla luce di questo stretto legame tra liturgia e vita, la Chiesa indiana non può ignorare le sfide del presente: “Se il Paese è progredito economicamente, i benefici non hanno raggiunto i poveri e gli emarginati, la cui condizione è a volte anche peggiorata”, denunciano i presuli preoccupati, in particolare, dalla crescente “emarginazione dei poveri, dei Dalit (gli ex fuori casta del sistema castale indiano formalmente abolito), e delle popolazioni tribali”.

La preoccupazione per il fondamentalismo contro i cristiani
Un altro motivo di grande preoccupazione, afferma in conclusione il comunicato, è “il fondamentalismo e il settarismo che stanno minacciando il tessuto sociale e il carattere secolare del Paese”. Nelle mire dei fondamentalisti - si denuncia - sono spesso i cristiani. Per questo i vescovi hanno partecipato sabato scorso a una Marcia per la pace e l’armonia a Bangalore. La manifestazione guidata dal card. Oswald Gracias, presidente della Conferenza dei vescovi cattolici di rito latino, voleva esprimere la solidarietà dell’episcopato ai cristiani vittime delle violenze, compresi i recenti attacchi contro diverse chiese a New Delhi. (A cura di Lisa Zengarini)








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