2015-02-10 16:10:00

Il Niger autorizza invio truppe contro Boko Haram in Nigeria


Il parlamento del Niger ha approvato l'invio di truppe in Nigeria per combattere i miliziani di Boko Haram. Il voto nato dopo i recenti attacchi del gruppo terrorista sconfinato sul suo territorio. “Sono parecchi anni che Boko Haram ha fatto la sua comparsa", ha detto il presidente nigerino, Mahamadou Issoufou: "Oggi è diventato un mostro. Occorre organizzarsi per fermare definitivamente questa minaccia”. Il Niger aderisce così alla decisione dell’Unione Africana di costituire una forza multinazionale di contrasto a BoKo Haram con circa 8.000 uomini, grazie a un accordo stretto anche con Nigeria, Ciad, Camerun e Benin. Parole di sostegno alla decisione sono arrivate anche dal Consiglio dell’Unione Europea. Adriana Masotti ne ha parlato con Anna Bono, docente di Storia dell'Africa all’Università di Torino:

R. – L’aspetto più interessante è che, invece di auspicare e aspettare un intervento delle Nazioni Unite, le nazioni coinvolte hanno deciso – con l’approvazione dell’Unione Africana – di creare una forza regionale. L’idea era maturata già nei mesi precedenti, ma adesso con gli attacchi ripetuti al Camerun e con questi due attacchi più recenti, i primi, al Niger, sembrano per fortuna affrettare una decisione già presa e che i singoli parlamenti devono naturalmente approvare. La forza regionale dovrebbe contare circa 7-8 mila uomini e dovrebbe coordinarsi con base in Ciad, perché nei giorni scorsi la Nigeria ha dato segnali decisi di non voler ospitare truppe in modo permanente sul proprio territorio.

D. – Non è mancata la pronta risposta di Boko Haram. La minaccia: “Vi uccideremo tutti!”:

R. – Boko Haram si è fatto sempre più minaccioso e non solo a parole. Il movimento, negli ultimi mesi, si è consolidato in una maniera che fino allo scorso anno non pareva possibile. E' riuscito non soltanto a moltiplicare gli attacchi, le aggressioni, gli attentati, ma anche a impadronirsi in modo stabile un territorio sempre più ampio, sul quale esercita il proprio controllo realizzando il proprio obiettivo, cioè l’imposizione della legge coranica.

D. – Mi domando quale sia la reazione della popolazione dei villaggi e delle città di questo territorio e se Boko Haram abbia preparato il suo arrivo...

R. – Sicuramente, Boko Haram può contare su una base etnica e questo conta sempre molto in Africa. Quindi sa che su una parte della popolazione può contare. Inoltre, sappiamo che, se non altro, in Nigeria può contare anche su componenti importanti del mondo politico e degli ambienti militari.

D. – Il cardinale Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, recentemente in Italia, ha detto che la Nigeria può farcela da sola a combattere Boko Haram ed è scettico sull’efficacia di un intervento da parte della comunità internazionale. Però, dice che nel suo Paese “finora è mancata la volontà politica”…

R. – Infatti, il Paese ha uno dei più grandi eserciti del continente africano. Di sicuro, è mancata una volontà politica o perlomeno questa volontà è mancata in una parte importante della leadership politica. Quello che si dice, in modo sempre più chiaro, è che anche in questo caso la Nigeria paga il conto di livelli di corruzione e di malgoverno astronomici, che si sono ripercossi anche nella capacità dell’esercito di contrastare Boko Haram. Gli episodi di militari in fuga, perché dotati di armi meno moderne e meno efficaci, non si contano… E quindi è effettivamente vero: la Nigeria sarebbe stata in grado di contrastare Boko Haram, però non lo ha fatto. Questo rende necessario un intervento regionale, non solo per la sua inadeguatezza, ma perché il problema oramai è un problema regionale.

D. – Due giorni fa, il rinvio delle elezioni in Nigeria. Ma c’è la prospettiva che con le elezioni – quando si terranno – ci potrà essere un cambiamento, appunto, di questa volontà di contrastare Boko Haram in Nigeria?

R. – Tutti i protagonisti della vita politica nigeriana, in questo momento di campagna elettorale si proclamano difensori del territorio nazionale. Bisognerà vedere chi vincerà le elezioni e soprattutto quando si terranno, perché adesso sono state rimandate a marzo ma non è neanche escluso che si debbano rimandare ulteriormente. E immagino che Boko Haram farà di tutto perché questo succeda. C’è un altro problema enorme che incombe sulla Nigeria: le difficoltà economiche di questo Paese, che è il primo produttore di petrolio africano, ma che sconta ora il crollo del prezzo del petrolio, che sta prosciugando le casse dello Stato con tutte le conseguenze che possiamo immaginare, sia sociali che economiche, che dal punto di vista anche militare.








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