2015-02-10 13:48:00

"Direttorio Omiletico", aiuto per le omelie dei sacerdoti


Si intitola “Direttorio Omiletico” il documento presentato ieri in Sala Stampa Vaticana, preparato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Si tratta di 156 pagine nate per essere un aiuto ai sacerdoti nelle loro omelie. Un lavoro fortemente voluto da Papa Francesco. Ce ne parla Benedetta Capelli:

“L’omelia deve essere una predicazione breve e non sembrare una conferenza o una lezione”. Il passo dell’"Evangelii Gaudium" di Papa Francesco, ma anche le omelie del mattino a Casa Santa Marta, hanno fatto da traino ad un lavoro che la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti aveva già avviato su invito del Sinodo dei vescovi sull’Eucaristia, nel 2005, e in base all’Esortazione "Sacramentum caritatis" di Benedetto XVI. Il Direttorio Omiletico che ne è nato è prima di tutto un aiuto, un supporto efficace per i sacerdoti con indicazioni pratiche per l’Avvento e il tempo di Quaresima e nel caso di celebrazioni dove siano presenti anche non cattolici o persone che non vanno solitamente a Messa come accade, per esempio, per i matrimoni e i funerali. A presentare il documento, in Sala Stampa Vaticana, il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti:

“Occorre una formazione, non soltanto intellettuale, ma una formazione spirituale, perché per comunicare Dio non bastano le parole. L’omelia deve esprimere la vita del sacerdote, che vive a contatto permanente con Dio. L’omelia si prepara pregando. Quando uno parla veramente di ciò che vive, sono sicuro che la gente ascolta”.    

Padre Corrado Maggioni, sottosegretario della Congregazione per il Culto Divino, ha posto poi l’accento sulle predicazioni dei fedeli in particolari contesti:

“Il Codice di Diritto Canonico prevede anche una predicazione – la chiama proprio predicazione – in una chiesa, in un oratorio ma certo non in un contesto di liturgia, è una catechesi, una conferenza. Allora, già questa distinzione è ben posta, e diciamo normata, dal Diritto Canonico, lasciando poi alle Conferenze episcopali di delineare i contorni, che cosa si esige da una predicazione di un laico in una chiesa pubblica. Dunque, sempre in questa istruzione "Ecclesia de mysterio" si dice che in certe occasioni – ad esempio la Giornata del seminario, la Giornata dell’ammalato – è possibile che un laico offra una testimonianza sull’oggetto della Giornata, senza però che prenda la funzione dell’omelia”.  

Altro aspetto nevralgico la lunghezza dell’omelia per la quale, afferma il card. Robert Sarah, non c’è una regola precisa:

“La lunghezza di un’omelia penso dipenda dalla cultura in cui ci si trova. E’ chiaro che in Occidente superare 20 minuti sembra troppo, ma in Africa 20 minuti non bastano, perché la gente viene da lontano per ascoltare la Parola di Dio”.

Non mancano poi i consigli utili dello stesso porporato:

“Molte volte io penso che sia importante – per esempio nella mia cultura – usare delle immagini nel predicare, ricorrere a leggende. Per esempio, per sottolineare l’importanza  della preghiera uso sempre una leggenda musulmana. C’era un uomo che voleva sapere chi sarebbe stato il suo vicino in cielo. Avere, infatti, un vicino cattivo sulla terra, anche se per 50 anni, è già difficile ma averlo per l’eternità è ancora più difficile. Allora gli viene risposto: “Il tuo vicino si chiama Maimuna”. E lui: “Ma chi è Maimuna?” “Maimuna è una ragazza che vive in un villaggio”. Allora, lui va in questo villaggio e chiede chi sia Maimuna. Gli viene risposto che Maimuna è una pazza, che custodisce le pecore vicino al cimitero. Allora, si reca al cimitero e trova Maimuna che prega. Mentre Maimuna pregava le pecore erano mescolate assieme ai lupi, ma i lupi non mangiavano le pecore e le pecore non avevano paura dei lupi. E allora, al termine della preghiera, l’uomo chiede a Maimuma: “Come hai fatto a fare in modo che i lupi stiano assieme alle pecore senza pericolo?” E lei rispose: “Ho migliorato i miei rapporti con Dio e Dio ha migliorato i rapporti fra i lupi e le pecore”. Questo per dire che usare immagini o leggende o racconti può aiutare a catturare la fantasia della gente, rendere la predica più attraente. Ci sono molti metodi, però, per attirare la gente all’ascolto della Parola di Dio, immagini, racconti o leggende possono aiutare”.








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