2015-02-09 15:07:00

India. Elezioni New Delhi. Exit poll: sconfitto premier Modi


Sabato scorso, si sono svolte in India le elezioni per il governo della capitale New Delhi. I risultati saranno resi noti domani, ma gli "exit poll" hanno decretato una vittoria netta del Partito dell’uomo comune e del suo leader Arvind Kejriwal, che avrebbe conquistato forse 43 seggi su 70, ai danni del Partito popolare (Bjp) del premier in carica, Narendra Modi, cui andrebbero solo 26 seggi. Mentre al Partito del Congresso di Sonia e Rahul Gandhi resterebbe un solo seggio. Il servizio di Roberta Gisotti:

Sono proiezioni su dichiarazioni di voto, passibili quindi di essere ribaltate dopo lo spoglio reale delle urne. Ma a che cosa si potrebbe attribuire questa vittoria: alla personalità di Kejriwal, noto anche come il “Beppe grillo indiano”, o alla cattiva politica del premier Modi? Lo chiediamo al collega Maurizio Salvi dell’agenzia Ansa a New Delhi:

R. – Il risultato in parte non era atteso in questo momento, perché da quando mesi fa il premier è venuto al potere tutte le elezioni che si erano svolte a livello degli Stati dell’Unione indiana erano andati a favore del Bjp, il partito di Modi. Invece, a New Delhi il ritorno del Partito dell’uomo comune di Kejriwal è stata la grande sorpresa di questi giorni. Infatti, per il 90% degli analisti della vigilia questo risultato doveva essere solamente una conferma della vittoria del partito di Modi. Perché questo? Probabilmente perché le tensioni sociali che si sono concentrate in New Delhi in questi ultimi giorni hanno contribuito al fatto che la popolazione tema la forza politica di Modi, una forza anche di carattere religioso, perché il suo è un partito induista e tende a limitare un po’ le libertà individuali. Bisogna aggiungere che negli ultimi mesi ci sono stati degli attacchi verso chiese cattoliche, che hanno messo in guardia non solo la popolazione di origine cristiana, che è una piccola parte, ma soprattutto i musulmani che invece a New Delhi sono molto numerosi e che probabilmente di fronte a questa prospettiva si sono riversati sul voto a Kejriwal.

D. – Nelle ultime elezioni del 2013 il partito di Modi conquistò 31 seggi – non abbastanza, ne servivano 35 per governare la città – contro i 28 del partito di  Kejriwal, che provò ad allearsi con il partito del Congresso che ne aveva 8. Ma la coalizione durò solo 49 giorni e New Delhi, da un anno, è sotto il controllo del commissario governativo. Dunque, quali scenari si prospettano?

R. – Possiamo dire che la carta vincente di Kejriwal, che potrebbe formare quindi un governo da solo senza bisogno di sostegni esterni, è stata la volontà di fare "piazza pulita" di tanti fenomeni di corruzione legati alla vita di New Delhi, che è una delle metropoli più grandi del mondo, e anche la promessa di abbassare il prezzo dell’acqua e dell’elettricità che sono due cose fondamentali per gli abitanti della capitale.








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