2015-02-08 10:34:00

Algeria. Desfarges: più voci contro intolleranza religiosa


“Le voci che invocano la non violenza in nome del Creatore, in nome di Dio Padre, in nome dell’uomo e della sua dignità sono ancora molto poche. Le reti sociali che incitano all’odio sono più numerose di quelle che invitano all’amore e alla pace”: è quanto scrive nell’editoriale di febbraio del periodico “L’Echo de Costantine et d’Hippone” mons. Paul Desfarges, vescovo di Costantina, in Algeria. Commentando i recenti fatti di cronaca in Francia e le loro ripercussioni in altri Paesi, soprattutto in Niger - dove sono state incendiate diverse chiese - e in Pakistan, il presule parla di episodi sintomatici di una crisi da analizzare profondamente.

C’è tanto da fare perché non si uccida più in nome di Dio
Mons. Desfarges afferma che c’è ancora tanto da fare perché il nome di Dio non venga più invocato per uccidere; occorre coraggio, formazione e pedagogia, aggiunge il vescovo di Costantina, secondo il quale tanta brava gente, con voce coraggiosa o con piccoli gesti, impedisce che l’odio tra culture, credenze o sistemi di pensiero possa crescere.

Solidarietà alla Chiesa del Niger
In una lettera ai vescovi e ai sacerdoti del Niger poi, assicura la sua preghiera per le comunità provate dalle violenze ed esorta alla speranza di fronte alla prova, ricordando il dialogo e la fraternità con i musulmani coltivati nel Paese dalla Chiesa che ha istaurato relazioni d’amicizia con quanti professano altre religioni.

La libertà d’espressione ha dei limiti nella responsabilità
Circa la libertà d’espressione il presule sostiene che se ridere fa bene ed è bene imparare a burlarsi di se stessi prima ancora di prendere in giro gli altri, è necessaria comunque umiltà. “Credo che la libertà d’espressione - specifica mons. Desfarges - abbia dei limiti, quelli della responsabilità. Una libertà irresponsabile non è libera”. La libertà di coscienza e d’espressione progrediscono lentamente, sottolinea il presule, e per questo occorre saper fare opera di pazienza pedagogica per aiutare, nell’humor, a lasciare le culture evolversi al loro ritmo, senza imporre modelli.  “Malgrado tutto - prosegue - credo di tollerare una certa impertinenza nelle vignette... C’è ipocrisia nella politica, come nella religione, come nella vita sociale. Le caricature sono più eloquenti di lunghi discorsi che non vengono ascoltati”.

La strada dei cristiani
Di fronte a quanto sta accadendo oggi nel mondo il presule precisa, infine, che i cristiani possono trovare giusti insegnamenti in Cristo, che si è messo a tavola con pubblicani e peccatori, che durante la sua Passione ha indotto chi lo giudicava a guardare la propria coscienza e che infine ha chiesto perdono per coloro che lo crocifiggevano. (T.C.)








All the contents on this site are copyrighted ©.