2015-02-05 12:18:00

Rotto Patto Nazareno. Italicum a rischio?


L’elezione del presidente Mattarella e il mancato accordo Renzi - Berlusconi ha portato in Italia alla rottura del Patto del Nazareno. L’intesa tra il presidente del Consiglio e l’ex Cavaliere stretta nel 2014, nella sede del Pd in largo del Nazareno,  prevedeva un percorso condiviso in particolare per la riforma della legge elettorale. Se Renzi garantisce di avere ancora i numeri, Forza Italia annuncia che d’ora in poi voterà solo ciò che riterrà convincente. Quale riflesso da questa frattura? Paolo Ondarza lo ha chiesto a Roberto D’Alimonte, docente di Sistema Politico Italiano all’Università Luiss Guido Carli: 

R. – I punti al centro di questo rapporto di collaborazione tra Renzi e Berlusconi – mi riferisco soprattutto alla legge elettorale, che è quasi alla fine del suo iter - secondo me non verranno rimessi in discussione. L’Italicum non verrà rimesso in discussione. Manca un ultimo passaggio alla Camera, perché il Senato lo ha già approvato. Deve tornare alla Camera e poi sarà legge.  Potrebbe forse avere – penso - un riflesso su alcuni aspetti della riforma costituzionale.  

D. – La sinistra Pd spera che ora, fatta fuori Forza Italia, possa essere invece nuovamente messa in discussione proprio la legge elettorale, in particolare sulla norma dei capilista bloccati…

R. – Io oggi ho scritto un pezzo sul Sole 24 Ore in cui faccio intravedere che esiste una soluzione diversa sulla questione dei capilista bloccati, che potrebbe soddisfare la minoranza Pd, mantenendo sempre un sistema misto. Arrivati a questo punto, però, a mio avviso sarebbe meglio approvare la legge così com’è e rinviare a futura memoria le correzioni che possono essere fatte. Siamo così vicini al traguardo, che non rimetterei in discussione alla Camera nessuno degli aspetti dell’Italicum, perché altrimenti dovremmo tornare al Senato e al Senato potrebbero succedere dei pasticci... Lasciamo, quindi, le cose così come stanno. Se però la sinistra Pd dovesse impuntarsi e Berlusconi non facesse arrivare i suoi voti, allora forse si potrebbe modificare questo unico aspetto, che sono i capilista bloccati.

D. – L’ipotesi di andare al voto adesso è plausibile e se sì a chi converrebbe?

R. – E’ uno scenario sempre possibile, però sarebbe disastroso, perché noi andremmo a votare con la legge elettorale, per cui nessuno vincerebbe e saremmo costretti a tornare a grandi coalizioni del tipo che abbiamo visto in questi anni. Renzi infatti anche con il 40 per cento dei voti – ammesso che ci arrivi – non riuscirebbe ad ottenere una maggioranza assoluta dei seggi. Alla fine si dovrà tornare a ridiscutere di governi con Alfano, con Berlusconi o forse, chissà, addirittura con Grillo. Andare a votare oggi con questo sistema elettorale non è risolutivo, a meno che Renzi faccia una campagna elettorale straordinaria, l’economia metta il turbo, per cui gli italiani cominciano a sorridere: a quel punto magari Renzi al 50 per cento dei seggi ci arriva. E’ però una scommessa non da poco.      








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