A Roma il 4% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, mentre il 7% mangia in maniera adeguata solo ogni due giorni. Eppure nella Capitale ogni giorno vengono sprecate 20 tonnellate di pane, circa il 10% della produzione totale. In occasione della Giornata dedicata alla prevenzione dello spreco alimentare, le Acli di Roma si sono attivate per combattere il fenomeno dello spreco, ancora troppo diffuso nella cittadinanza. Giacomo Di Stefano ha intervistato Lidia Borzi, presidente delle Acli di Roma e Provincia:
R. – Il progetto “Il pane a chi serve?” è un progetto innovativo e sperimentale che le Acli di Roma, in rete con altre organizzazioni, stanno portando avanti da una parte per recuperare il pane in eccedenza che quotidianamente viene sprecato, dall’altra parte vuole rispondere a una forte esigenza educativa e di sensibilizzazione sul tema del recupero alimentare. Ecco perché abbiamo rilanciato e acceso i riflettori sul nostro progetto, alla vigilia della Giornata nazionale dedicata alla prevenzione dello spreco alimentare. Abbiamo un Éxpo, non ci dimentichiamo, che partirà a maggio che è legato alla nutrizione. Quindi, ci sembra un tema assolutamente prioritario che merita attenzione, se consideriamo che il 4% dei romani vive sotto soglia di povertà e il 7% mangia in maniera adeguata solo ogni due giorni.
D. – A suo avviso, l’Éxpo è l’occasione giusta per ribadire l’esigenza che il cibo non va sprecato?
R. – Sì, secondo me è la vetrina giusta perché è una vetrina planetaria e quindi è un’opportunità importante per far vedere le tante innovazioni nei tanti Paesi, ma anche per far vedere che abbiamo una parte del pianeta dove il cibo non è sufficiente e che nelle nostre città, nelle grandi metropoli, nei ricchi continenti, c’è una povertà che serpeggia ed è sempre più in agguato.
D. – A Roma, alcuni Municipi e associazioni hanno aderito attivamente all’iniziativa?
R. – Sì, abbiamo quattro Municipi che hanno aderito attivamente all’iniziativa: sono il I, il III, il VII ,il X. Abbiamo associazioni di categoria che hanno già aderito e altri con cui abbiamo già contatti e in settimana stiamo chiudendo degli accordi. Abbiamo avviato contatti con Caritas e con moltissime associazioni che operano anche nelle parrocchie, che operano lontani dai riflettori – sono circa 60 – alle quali ogni giorno assicuriamo, attraverso il nostro intervento e la nostra facilitazione, l’incrocio con i forni che hanno eccesso di pane e così evitiamo lo spreco. Ma diamo un grande messaggio di attenzione a ridurre lo spreco alimentare anche nelle nostre case, ogni giorno.
D. – Che cosa rappresenta la nuova piattaforma on-line che avete lanciato?
R. – Noi abbiamo un sito on-line nuovo dove "geolocalizziamo" sia i fornai, sia le associazioni per favorire immediatamente l’individuazione a "km zero". Perché uno dei punti di forza del nostro progetto vuole essere proprio quello di favorire questo incrocio a km zero, qui. Quindi, un vero e proprio esperimento di sussidiarietà orizzontale e verticale in cui tra il Municipio, l’esercente, l’associazione che opera per il disagio in quel territorio e noi come associazione di promozione sociale si crea un circuito virtuoso che, da una parte, contrasta lo spreco, dall’altra educa e inoltre aiuta a ricostruire legami sociali nei nostri territori, creando buoni legami di prossimità. Ci sembra un valore aggiunto non indifferente.
D. – Dunque, un’iniziativa che si muove sia sul piano materiale dello spreco ma anche su quello culturale di un fenomeno da combattere educandola cittadinanza?
R. - Assolutamente sì. Con i quattro Municipi abbiamo già concordato quattro "flashmob" che partiranno da fine febbraio fino a giugno e che saranno incentrati proprio sull’attenzione e sull’educazione e sulla sensibilizzazione. Sempre nel X Municipio, già ci sono alcune scuole che hanno dato disponibilità e hanno volontà di organizzare eventi di sensibilizzazione anche all’interno delle scuole. Ma sappiamo che sono tante le scuole che vogliono portare questo tema in attenzione ai propri allievi.
All the contents on this site are copyrighted ©. |