2015-02-04 11:58:00

Papa: padri presenti non controllori, correggano figli senza avvilirli


I padri siano presenti in famiglia, senza essere meri “controllori” dei figli. E’ quanto affermato da Papa Francesco nell’udienza generale in Aula Paolo VI. Il Pontefice ha svolto una seconda riflessione sulla figura del padre, dopo quella di mercoledì scorso. Ed ha sottolineato che i padri devono essere pazienti e magnanimi, ma al tempo stesso devono saper correggere i figli con fermezza. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Padri presenti in famiglia

Un vademecum del buon padre di famiglia. E’ quello delineato da Papa Francesco nella seconda catechesi, dell’udienza generale, dedicata alla figura paterna. Il Pontefice ha preso spunto dall’esempio di San Giuseppe, “il padre della famiglia di Nazareth”, e da alcune espressioni che ritroviamo nel Libro dei Proverbi, dove un padre si rivolge con amore al proprio figlio. Ogni famiglia, ha osservato innanzitutto, “ha bisogno del padre”:

“La prima necessità, dunque, è proprio questa: che il padre sia presente nella famiglia. Che sia vicino alla moglie, per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze. E che sia vicino ai figli nella loro crescita: quando giocano e quando si impegnano, quando sono spensierati e quando sono angosciati, quando si esprimono e quando sono taciturni, quando osano e quando hanno paura, quando fanno un passo sbagliato e quando ritrovano la strada”.

Attendere e perdonare, correggere senza avvilire
Padre presente, ha precisato, ma non “controllore”, perché “i padri troppo controllori annullano i figli, non li lasciano crescere”. Quindi, richiamandosi alla figura del “padre misericordioso” nella parabola del “figlio prodigo”, il Papa ha indicato alcune qualità che sono fondamentali in un padre per crescere i propri figli:

“I padri devono essere pazienti. Tante volte non c’è altra cosa da fare che aspettare; pregare e aspettare con pazienza, dolcezza, magnanimità, misericordia. Un buon padre sa attendere e sa perdonare, dal profondo del cuore. Certo, sa anche correggere con fermezza: non è un padre debole, arrendevole, sentimentale. Il padre sa correggere senza avvilire è lo stesso che sa proteggere senza risparmiarsi”.

Agire e parlare con saggezza e rettitudine
Un buon padre, è stata la sua riflessione, non è quello che dice al figlio “sono fiero di te perché sei proprio uguale a me”. No, gli dice qualcosa di “ben più importante”:

“Sarò felice ogni volta che ti vedrò agire con saggezza, e sarò commosso ogni volta che ti sentirò parlare con rettitudine. Questo è ciò che ho voluto lasciarti, perché diventasse una cosa tua: l’attitudine a sentire e agire, a parlare e giudicare con saggezza e rettitudine. E perché tu potessi essere così, ti ho insegnato cose che non sapevi, ho corretto errori che non vedevi”.

Un padre saggio, un padre maturo
“Ti ho fatto sentire un affetto profondo e insieme discreto – ha proseguito Francesco – che forse non hai riconosciuto pienamente quando eri giovane e incerto. Ti ho dato una testimonianza di rigore e di fermezza che forse non capivi, quando avresti voluto soltanto complicità e protezione”.

“Ho dovuto io stesso, per primo, mettermi alla prova della saggezza del cuore, e vigilare sugli eccessi del sentimento e del risentimento, per portare il peso delle inevitabili incomprensioni e trovare le parole giuste per farmi capire. Adesso – continua il padre -, quando vedo che tu cerchi di essere così con i tuoi figli, e con tutti, mi commuovo. Sono felice di essere tuo padre. È così quello che dice un padre saggio, un padre maturo”.

La Chiesa sostiene i padri nelle famiglie
Un padre, ha detto ancora, “sa bene quanto costa trasmettere questa eredità: quanta vicinanza, quanta dolcezza e quanta fermezza”. Però, ha commentato, “quale consolazione e quale ricompensa si riceve, quando i figli rendono onore a questa eredità! E’ una gioia che riscatta ogni fatica, che supera ogni incomprensione e guarisce ogni ferita”.

Ancora, Francesco ha affermato che se c’è qualcuno che può spiegare “fino in fondo la preghiera del ‘Padre nostro’ insegnata da Gesù, questi è proprio chi vive in prima persona la paternità”. Senza la grazia “che viene dal Padre che sta nei cieli – ha soggiunto – i padri perdono coraggio, e abbandonano il campo”. Per questo, la Chiesa è “impegnata a sostenere con tutte le sue forze la presenza buona e generosa dei padri nelle famiglie”…

“…perché essi sono per le nuove generazioni custodi e mediatori insostituibili della fede nella bontà, della fede nella giustizia e nella protezione di Dio, come San Giuseppe”.

Al termine dell’udienza generale, tra gli altri, Papa Francesco ha salutato personalmente Lucia Annibali, l’avvocato sfigurata con l’acido nel 2013 dall’ex fidanzato recentemente condannato. L’Annibali, che ha intrapreso un cammino di fede dopo la tragica vicenda, era accompagnata dalla madre che ha potuto anch'essa salutare il Pontefice.








All the contents on this site are copyrighted ©.