2015-02-04 10:00:00

Londra, sì a bimbi con Dna 3 genitori: prevalgono interessi economici


Il Regno Unito apre la strada, primo Paese nel mondo, alla creazione di embrioni con il Dna di tre genitori, al fine di permettere  alle donne portatrici di gravi malattie genetiche di non trasmetterle ai figli. La legge è stata approvata dalla Camera dei Comuni ed è scontata la ratifica alla Camera di Lord. Ma sono molte le contestazioni etiche, e non solo, anche in ambito scientifico a questa tecnica rivoluzionaria. Roberta Gisotti ha intervistato il prof. Bruno Dallapiccola, genetista, direttore scientifico dell’Ospedale “Bambino Gesù” di Roma:

Accanimento riproduttivo
D. - Dove ci porterà questa nuova frontiera?

R. – Ci porterà nell’ambito di quell’accanimento riproduttivo che, purtroppo, va molto di moda di questi tempi. Tutto questo solleva certamente dei problemi di tipo etico, di tipo legale e di sicurezza. L’idea è che mentre nel nucleo abbiamo il patrimonio del papà e della mamma; il patrimonio genetico, che rappresenta circa lo 0,2 per cento di tutto il nostro patrimonio genetico, che sta nel citoplasma della cellula, viene contribuito solo dalla cellula uovo. Ci sono un gruppo di patologie ereditarie che sono dovute alla mutazione di questo genoma, che è situato nel citoplasma, che è il genoma mitocondriale. Allora se una mamma ha dei mitocondri mutati, che sono causa di malattia, tutte le sue cellule uovo e quindi tutti i figli concepiti da questa donna avranno la malattia. L’idea è: sostituiamo questo tipo di citoplasma con quello di una donna normale. Per cui la mamma trasmetterà il 99,8 per cento del patrimonio ereditario, ma una piccola parte del genoma del nascituro apparterrà ad un terzo genitore.

Fecondazione in vitro aumenta rischi difetti congeniti
D. – Prof. Dallapiccola obiezioni etiche hanno posto la Chiesa cattolica, la Chiesa anglicana e la stessa comunità medica. E poi ci altri aspetti…

R. – Questo tipo di manipolazione solleva ovvii problemi di tipo etico, ma solleva anche problemi di tipo legale: la donna potenziale donatrice di questo patrimonio genetico potrà avvalersene in qualche maniera? E poi ci sono i problemi di sicurezza: nessuno sa ancora se questo tipo di tecnologia nel lungo periodo determinerà dei problemi. Noi sappiamo che la fecondazione in vitro, come tale, aumenta del 3 per cento – quindi raddoppia – il rischio di difetti congeniti. E qualcuno addirittura paventa che ci sia un potenziale rischio dell’aumento di tumori. Quindi stiamo parlando di una frontiera senza neanche sapere i punti fondamentali della medicina, che sono – fra l’altro – quello di fare un qualcosa che non crei dei danni superiori alla limitazione che avrebbe quella famiglia, in cui esiste questo problema, che ovviamente non si potrebbe riprodurre se non con tecnica di questo tipo, perché altrimenti tutti i figli sarebbero ammalati.

Interessi commerciali prevalgono su quelli etici
D. – Prof. Dallapiccola, di fronte a questo continuo avanzare di tecniche che pongono appunto rischi così gravi, come è possibile che – in qualche modo – il mercato e anche gli interessi che vi sono dietro vadano avanti e non si possa fare qualcosa per fermarli?

R. – Il problema è che purtroppo c’è un interesse commerciale che sta prevalendo su quelli che sono i valori etici e questo in tutti i settori, non solo quelli della medicina. Certi scandali che sono venuti dalla classe politica nei tempi recenti dimostrano che gli interessi economici mandano ‘a quel paese’ quelli che sono i valori fondamentali ed etici, che dovrebbe sentire un politico… Questo è ancora peggio quando capita nella medicina! Purtroppo la nostra civiltà è contaminata fortemente, è disorientata o meglio orientata in maniera negativa, ha dimenticato quelli che sono i valori profondi dell’essere uomo. Quindi voglio dire, quando tu cominci a pensare ad un individuo che viene fuori da tre genitori, ovviamente tu stai facendo qualcosa che è del tutto contro natura. E’ veramente difficile in una civiltà come questa, con le pressioni che ci sono massmediatiche e gli interessi che ci sono, trovare dei sistemi che soltanto col ragionamento, col convincimento, con le parole, riescano a controvertere questo ordine di fatti. Quindi credo che bisognerà arrivare ad un nuovo umanesimo e riscoprire dei valori che in questo momento abbiamo perso. La modalità con cui li possiamo riscoprire? Non è facile dire quale sia la ricetta giusta.

D. – …anche di capire che quando si pongono obiezioni etiche non è un qualcosa che riguardi altri, la vita di qualcun altro, ma direttamente la nostra vita…

R. – L’esistenza dell’uomo, chiaramente! Se l’uomo non potesse più far riferimento ai valori etici, scomparirebbe anche il concetto di uomo.








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