2015-02-04 16:41:00

Giordania: giustiziati due jihadisti, tra cui donna irachena


Quasi mille miliziani curdi iracheni sono morti combattendo contro l'Is in Iraq a partire dall'estate scorsa, quando l'esercito iracheno e' fuggito dal Nord del Paese e i Peshmerga sono rimasti a contrastare l'avanzata. Di tanti crimini non solo in Iraq si sono macchiati i jihadisti del cosiddetto Stato islamico: l'ultimo, l'agghiacciante uccisione del pilota giordano da parte del cosiddetto Stato islamico. In risposta, da Amman è arrivata stamattina la notizia dell’esecuzione di due jihadisti, tra cui Sajida al-Rishawi, la donna irachena che si pensava potesse essere scambiata con l’ostaggio giordano. Tante le reazioni internazionali all'ultimo barbaro crimine dell'Is.Il presidente della Repubblica Mattarella ha scritto al re Abdullah di Giordania. Il servizio di Fausta Speranza

Di efferata violenza parla il capo dello Stato italiano Mattarella: nel messaggio rivolto al re di Giordania si dice certo che la tragica morte del tenente El-Kassasbeh ed il grande dolore sofferto dalla sua famiglia rafforzeranno ulteriormente l'unita' del popolo giordano e la collaborazione della comunita' internazionale per sconfiggere la piaga del terrorismo". Tra le tante reazioni, dall'Iran dura condanna per quella che viene definita la disumana uccisione. E soprattutto parole chiare per ribadire che si tratta di una chiara violazione degli insegnamenti islamici. C’è anche la risposta del grande imam di Al Azhar del Cairo, responsabile di uno dei principali centri d'insegnamento religioso dell'Islam: la condanna è totale, ed è importante, ma purtroppo si ritrovano scelte di violenza: l'imam sostiene che i terroristi dell'Is andrebbero "crocifissi" e bisognerebbe tagliare loro mani e piedi. Tanto più importante, dunque, l'intervento dell’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri, Mogherini che ribadisce il no dell'Europa alla pena capitale e l'impegno per una risposta forte alla minaccia ma in linea con i valori dell'Europa di rispetto della dignita' e della integrita' umana''.  A proposito di posizioni europee e di pena capitale, giunge oggi anche la condanna, da parte delle missioni Ue a Gaza e a Hebron, delle sentenze capitali emesse il mese scorso nella citta' palestinese di Hebron (da una Corte militare dell'Anp) e a Gaza dalla Corte di prima istanza, legata a Hamas.  

Per una riflessione dal mondo islamico, Giancarlo La Vella ha intervistato Shahrzad Housmand, docente di Studi Islamici, all’Università Gregoriana: 

R. - Siamo proprio di fronte a un evento di violenza ma soprattutto di una grande ignoranza, allora l’unica grande reazione che possiamo avere è quella di costruire più luoghi di incontro, di conoscenza, per mettere fine alla ignoranza, alla povertà e alla fame.

D. – Le religioni in dialogo possono fare qualcosa?

R. – Assolutamente sì. Lo diceva un pensatore: quando arriva la pace tra le religioni questa porterà pace tra i popoli. Ed è la vera risposta a questa ondata di violenza. In questo momento non dobbiamo avere paura ma reagire con la creazione di incontri che possano produrre veramente la pace.

D. – Un’istituzione importante sunnita come Al Azhar parla di necessità di rispondere duramente a questi episodi…

R. – Ricordiamo che anche il Dio del Corano è un Dio che innanzitutto perdona ed è amore e chiede, se si può, di rispondere al male non con un male uguale ma con un bene più grande. La violenza produce altra violenza. Allora, non ci rimane altro che rispondere con progetti pacifici e di grande maturità umana.








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