2015-02-04 13:54:00

Dopo barbara esecuzione del pilota giordano, Amman impicca jihadisti


E’ stato barbaramente ucciso dai miliziani del sedicente Stato Islamico il pilota giordano da dicembre nelle mani dei jihadisti. Il tutto documentato da un agghiacciante video diffuso via web, in cui l’uomo viene arso vivo. Stamattina all’alba la durissima risposta di Amman. Sagida al Rishawi, la mancata kamikaze irachena, della quale l’Is aveva chiesto la liberazione per risparmiare la vita del pilota, è stata messa a morte assieme ad un secondo detenuto jihadista. Il servizio di Giancarlo La Vella:

L’orrore senza fine ancora una volta messo in scena su internet. Chiuso in una gabbia e bruciato vivo. Il luogotenente Maaz al Kassasbeh, il pilota giordano rapito dai jihadisti del Califfato lo scorso dicembre, è morto così. Un ennesimo atto di barbarie che ha innescato l’immediata reazione della Giordania. La terrorista Sagida al Rishawi è stata messa a morte per impiccagione, insieme con l’altro jihadista, Ziad al-Karbouli, collaboratore di Abu Musab al-Zarqawi, catturato nel 2006. Sajida al-Rishawi era la moglie di uno dei tre terroristi suicidi, che riuscirono a farsi esplodere ad Amman, nel 2005, causando 57 morti. Indignazione e deprecazione hanno caratterizzato le reazioni internazionali. Estremamente cruento il commento del grande imam di Al Azhar del Cairo, uno dei principali centri d'insegnamento religioso sunnita. I terroristi dell’Is – ha dichiarato – “andrebbero crocifissi e mutilati”. Ma dal mondo islamico giungono commenti anche di altro tenore. Sentiamo Shahrzad Housmand, docente di Studi Islamici, all’Università Gregoriana:

R. - Siamo proprio di fronte a un evento di violenza ma soprattutto di una grande ignoranza, allora l’unica grande reazione che possiamo avere è quella di costruire più luoghi di incontro, di conoscenza, per mettere fine alla ignoranza, alla povertà e alla fame.

D. – Le religioni in dialogo possono fare qualcosa?

R. – Assolutamente sì. Lo diceva un pensatore: quando arriva la pace tra le religioni questa porterà pace tra i popoli. Ed è la vera risposta a questa ondata di violenza. In questo momento non dobbiamo avere paura ma reagire con la creazione di incontri che possano produrre veramente la pace.

D. – Un’istituzione importante sunnita come Al Azhar parla di necessità di rispondere duramente a questi episodi…

R. – Ricordiamo che anche il Dio del Corano è un Dio che innanzitutto perdona ed è amore e chiede, se si può, di rispondere al male non con un male uguale ma con un bene più grande. La violenza produce altra violenza. Allora, non ci rimane altro che rispondere con progetti pacifici e di grande maturità umana.








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