Non si arrestano gli scontri nel sudest dell’Ucraina, dove si continuano a registrare vittime tra i civili: ben 16 nelle ultime 24 ore nei fronti più caldi del conflitto. Nella zona dell’aeroporto di Donetsk – stando a quanto riferito dal portavoce dello Stato maggiore delle forze armate di Kiev – oggi risultano dispersi 28 militari ucraini e nella stessa area i mezzi di soccorso non riescono ad arrivare a causa dei bombardamenti. Ci sono, inoltre, circa 140 persone intrappolate in una miniera alla periferia di Donetsk da ieri sera, in seguito al bombardamento che ha colpito una stazione elettrica, ma l’evacuazione sarebbe in corso. Da lunedì prossimo, inoltre, prenderà il via la mobilitazione annunciata dai leader separatisti, che porterà a 100 mila il totale dei miliziani pronti a combattere nel sudest ucraino.
La comunità internazionale
Gli Stati Uniti ritengono le sanzioni economiche “la
strada migliore per esercitare pressione sulla Russia”, mentre inviare altre armi
all’Ucraina “non è la risposta alla crisi”. Questo quanto affermato dal viceconsigliere
per la Sicurezza nazionale, Ben Rhodes, in risposta alle indiscrezioni stampa che
erano circolate in merito a nuovi invii di armi ai militari di Kiev. “Non abbiamo
preso o escluso nessuna opzione dal tavolo”, ha detto però il portavoce del Dipartimento
di Stato americano, Jen Psaki, chiarendo che Washington segue costantemente lo sviluppo
della crisi in Ucraina e ribadendo le preoccupazioni degli Usa. Giovedì PROSSIMO,
inoltre, il segretario di Stato, John Kerry, è atteso a Kiev dove incontrerà il presidente
Poroshenko. “Bisogna riconoscere la logica che sta dietro alla posizione rigida dei
miliziani delle repubbliche di Donetsk e Lugansk dopo che Kiev ha ripreso le operazioni
di guerra”, fa sapere, invece, il Cremlino esprimendo comunque rammarico per il fallimento
dei negoziati di Minsk.
L’aspetto umanitario
Amnesty International denuncia le uccisioni e i ferimenti
di civili causati negli ultimi giorni da entrambe le parti coinvolte nel conflitto
ucraino, specialmente nelle città di Donetsk e di Debaltseve, dove si sono registrate
ben 25 vittime dal 29 gennaio ad oggi. Le accuse dell’organizzazione umanitaria si
basano su interviste e testimonianze dei sopravvissuti ricoverati in ospedale e riguardano
soprattutto gli attacchi contro un mercato e contro una coda di persone che attendevano
la distribuzione degli aiuti a Donetsk. “Si tratta di violazioni del diritto internazionale
umanitario e che possono costituire crimini di guerra”, ha tuonato il direttore del
programma Europa e Asia centrale dell’organizzazione, John Dalhuisen.
Il caso
A commuovere il mondo in questi giorni è anche il
caso della mamma di 7 figli – di cui l’ultimo appena nato – che dalla fine di gennaio
è detenuta nel carcere di massima sicurezza Lefortovo di Mosca con l’accusa di tradimento,
per la quale rischierebbe fino a 20 ani di carcere. Si tratta di Svetlana Davydova,
36 anni, che secondo l’accusa avrebbe chiamato l’ambasciata ucraina avvertendo del
movimento di truppe russe verso il Paese. Sul giornale Novaya Gazeta è stata pubblicata
una petizione che ne chiede il rilascio: “Quando arriverà all’amministrazione presidenziale
sarà presa in considerazione”, ha commentato il portavoce del presidente, Dmitri Peskov.
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