2015-02-03 14:12:00

Corte Onu all'Aja: Serbia non commise genocidio a Vukovar


La Serbia non commise genocidio nei confronti della Croazia durante la guerra dei Balcani negli anni Novanta: lo ha stabilito oggi la Corte internazionale di giustizia dell’Onu con sede all’Aja con una sentenza attesa da 16 anni. Il giudice, Peter Tromka, ha affermato che le prove presentate non sono state sufficienti che perciò il caso “è destituito di ogni fondamento”. “Solo in alcuni degli episodi esaminati sono stati riscontrati gli estremi del genocidio, non in tutti”, ha precisato Tromka. La responsabilità di Serbia e Croazia, dunque, è limitata al solo fatto “di non averlo impedito”. Secondo la Convenzione Onu, infine, si prefigura un genocidio quando le azioni militari hanno l’obiettivo di distruggere in tutto o in parte un gruppo sulla base di ragioni etniche, razziali o religiose.

L’episodio contestato
Le accuse mosse da Zagabria a Belgrado si riferivano in particolare a quanto avvenuto a Vukovar e in altre città nel 1991. La città croata di Vukovar, nello specifico, venne distrutta in seguito all’occupazione serba durata tre mesi e decine di migliaia di croati vennero sfollati e circa 260 di loro furono, invece, arrestati e uccisi. La disputa era stata avviata nel 1999 da Zagabria che aveva denunciato la violazione da parte serba della Convenzione sul Genocidio durante l’occupazione di Krajina. L’anno seguente Belgrado aveva fatto una contro-denuncia relativa alla controffensiva croata chiamata in codice "Operazione Tempesta".

Il precedente
L’unica pronuncia sulla guerra nei Balcani che finora abbia individuato un effettivo genocidio, resta, dunque, quella sul massacro di Srebrenica del 1995 in Bosnia, emessa nel 2004 dal Tribunale penale internazionale dell’Onu ad hoc e non dalla Corte di Giustizia delle Nazioni Unite.








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