2015-01-27 14:37:00

Argentina. Caso Nisman, Kirchner riforma l'intelligence


La Presidente argentina Cristina Kirchner è comparsa per la prima volta in tv dopo la morte del procuratore, Alberto Nisman, che l'aveva accusata di aver negoziato in segreto l'impunità degli iraniani accusati dell'attentato antiebraico del 1994 a Buenos Aries. Nell’intervento, trasmesso a reti unificate, il capo dello Stato si è scagliato contro un collaboratore del procuratore incriminato per avergli dato la pistola che lo ha ucciso in circostanze ancora non chiarite. La Presidente Kirchner ha poi ribadito i suoi sospetti sulla partecipazione del servizio di intelligence – la Side - in tutta la vicenda, annunciando una vasta riforma dei servizi che comprende la sostituzione della Side stessa con un altro organismo. Per un commento Marco Guerra ha intervistato Alfredo Somoza, Presidente dell’Icei, Istituto Cooperazione Economica Internazionale:

R. - La lettura fatta dalla Presidente Kirchner, che in un primo momento aveva avallato la teoria del suicidio, per poi invece smentirla, è quella di un complotto: cioè, di come questi fatti di 20 anni fa, per cui – lei dice - il suo governo e quello prima di lei, guidato da suo marito, avevano fatto molto, perché si potesse chiarire una volta per tutte chi erano i responsabili. Ecco queste, che secondo lei dovrebbero essere vicende da addebitare a quel mondo occulto, vengono buttate addosso a lei. Quindi lancia la teoria del complotto, dicendo che, secondo lei, l’assassinio di Nisman fa parte di un complotto contro la sua figura per crearle un danno di immagine e per creare un danno al suo governo. E da qui lo scioglimento della Side, il servizio di Intelligence dello Stato, che è vero - come dice lei - è un debito storico della democrazia, perché sono i servizi che arrivano dai tempi della dittatura militare, ma non sono stati mai modificati, mai riformati con il ritorno della democrazia nel 1983. Lei lo fa in questo momento, ovviamente, perché in questo modo indica chiaramente il mondo all’interno del quale sarebbe maturato questo complotto.

D.  – Quindi è da escludere l’ipotesi di un semplice suicidio?

R. – L’inchiesta ufficiale, il procuratore che ha in mano il fascicolo su questa inchiesta ancora non ha stabilito il titolo e quindi ancora rimane morte sospetta, non è ancora stato detto né che sia stato un omicidio né che sia stato un suicidio. L’opinione pubblica in Argentina non ha mai avuto dubbi dal primo momento. Certo, ci si divide,  tra chi dice che sia un attentato maturato nelle vicinanze della Presidenza della Repubblica - visto che sia la Presidente, sia il suo ministro degli Esteri erano indicati da Nisman come responsabili dell’insabbiamento di quel processo – e chi, come dice la Presidente, afferma che si tratta un complotto fatto dai servizi, forse anche in collegamento con uno spezzone dell’opposizione per danneggiare il suo partito. Comunque in Argentina nessuno, onestamente, crede in un suicidio.

D. – La Kirchner interviene con una riforma di servizi segreti. Che peso ha avuto e che peso ha ancora l’intelligence argentina nella vita del Paese e perché è importante questa  mossa della Kirchner?

R. – L’attuale Agenzia unica, quella che attualmente è sciolta, la Side, che adesso diventerà un’Agenzia federale con competenze anche sul narcotraffico - che è un’emergenza che oggi c’è e che venti anni fa non c’era - paradossalmente ha avuto molta importanza in questi anni perché l’esercito, le forze armate, sono state fortemente ridimensionate dopo il ritorno alla democrazia. Quindi, insomma si tratta di servizi malgovernati, poco controllati, ancora pieni di persone che provengono dall'esperienza della dittatura e che in questi anni più che fare un servizio al popolo e al Paese hanno fatto soprattutto contro-informazione. Ecco: lo scioglimento della Side, in qualche modo, è il riconoscimento da parte della Presidente che effettivamente quello era un mondo che andava fortemente rivisto.








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