2015-01-26 09:30:00

Francesco: per unità cristiani non chiudersi in particolarismi


Fermarsi e ascoltarsi. E’ questa la via indicata dal Papa per la piena unità dei cristiani, durante la celebrazione dei Vespri di ieri sera nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma. L’occasione è stata la conclusione della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Il Papa ha ricordato i "nostri martiri di oggi", "perseguitati e uccisi perché cristiani". Alessandro Guarasci:

Il Pontificato di Francesco si caratterizza anche per la ricerca dell’unità tra i cristiani. A San Paolo fuori le Mura a Roma sono arrivati i rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali, segno che prosegue il "cammino" per una vera comunione. Momento importante di questa celebrazione la preghiera comune davanti alla tomba dell'apostolo Paolo.

Mettere da parte atteggiamenti polemici
Il Papa fa notare che “tante controversie tra cristiani, ereditate dal passato, si possono superare mettendo da parte ogni atteggiamento polemico o apologetico e cercando insieme di cogliere in profondità ciò che ci unisce, e cioè la chiamata a partecipare al mistero di amore del Padre rivelato a noi dal Figlio per mezzo dello Spirito Santo”. Ed ancora:

“L’unità dei cristiani non sarà il frutto di raffinate discussioni teoriche nelle quali ciascuno tenterà di convincere l’altro della fondatezza delle proprie opinioni. Verrà il Figlio dell'Uomo e ci troverà ancora nelle discussioni. Dobbiamo riconoscere che per giungere alla profondità del mistero di Dio abbiamo bisogno gli uni degli altri, di incontrarci e di confrontarci sotto la guida dello Spirito Santo, che armonizza le diversità e supera i conflitti”.

Dare da bere a uomini e donne stanchi e assetati
Francesco ricorda quando Gesù, in viaggio dalla Giudea verso la Galilea, non esitò a chiedere da bere a una samaritana. Quella sete però non era solo fisica, ma anche di incontro per offrirle così la possibilità di un cammino di conversione interiore. Il Papa così fa notare che oggi “esiste una moltitudine di uomini e donne stanchi e assetati, che chiedono a noi cristiani di dare loro da bere. È una richiesta alla quale non ci si può sottrarre”:

“Nella chiamata ad essere evangelizzatori, tutte le Chiese e Comunità ecclesiali trovano un ambito essenziale per una più stretta collaborazione. Per poter svolgere efficacemente tale compito, occorre evitare di chiudersi nei propri particolarismi ed esclusivismi, come pure di imporre uniformità secondo piani meramente umani”.

Ecumenismo del sangue
E questo perché “siamo tutti al servizio dell’unico e medesimo Vangelo”. Quel Vangelo, per cui tanti cristiani, "vengono perseguitati e uccisi...Questo è l'ecumenismo del sangue". Dunque, “la ricerca dell’unità dei cristiani non può essere appannaggio solo di qualche singolo o comunità religiosa particolarmente sensibile a tale problematica. La reciproca conoscenza delle diverse tradizioni di vita consacrata e un fecondo scambio di esperienze può essere utile per la vitalità di ogni forma di vita religiosa nelle diverse Chiese e Comunità ecclesiali”.

Il saluto del card. Kock
Nel suo saluto, il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, ha affermato che “l’acqua del battesimo diventa in noi sorgente zampillante che vuole scorrere verso i nostri fratelli, affinché anche la loro sete possa essere estinta. Questa esperienza rende necessaria una testimonianza comune di tutti i cristiani nel mondo odierno, così segnato dall’egoismo e dall’avidità, dai conflitti e dall’odio, dalla violenza e dalle aggressioni”.








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