2015-01-25 15:42:00

Malawi: alluvioni devastano sud del Paese, rischio di epidemie


Situazione catastrofica in Malawi colpita dalle alluvioni più devastanti della sua storia: almeno 200 i morti finora, 130 mila i senzatetto nel sud del Paese, senza cibo e assistenza medica. Cresce il rischio di epidemie. Il Papa ha lanciato un appello alla comunità internazionale. Per una testimonianza diretta dal Malawi, Michele Raviart ha raggiunto telefonicamente il padre monfortano Piergiorgio Gamba, da oltre 30 anni missionario nel Paese:

R. – E’ la prima volta che succede una tale tragedia in Malawi. La situazione è terribile! Più di 200 morti, quelli che si sono riusciti a contare… E poi villaggi interi portati via: più di 200 mila persone sono completamente senza un posto dove stare.

D. – Quali sono stati i danni alle cose, all’ambiente e alle persone?

R. – Nella notte, questi fiumi, che improvvisamente scoppiavano, portavano via interi villaggi… Quelli che non erano costruiti su un’altura, ma appena appena erano in pianura, sono stati spazzati via completamente! Quello che succede è che molta gente va ad abitare vicino al fiume, perché lì è sicura di avere un raccolto. Questa è la scelta dei poveri che non hanno altro modo per sopravvivere che tentare di avere un raccolto che li sfami per tutto l’anno: ma si avvicinano anche troppo a questi fiumi… E’ anche vero che sono capanne, costruite di paglia e di fango, perciò non hanno nemmeno la minima resistenza davanti ad una alluvione…

D. – Di che cosa c’è bisogno?

R. – Gli aiuti internazionali alimentari purtroppo arrivano molto, molto adagio perché anche i trasporti, le strade sono state rovinate e anche tanti ponti sono stati portati via… Le scuole sono diventate come dei campi profughi: i ragazzi non vanno più a scuola, perché la scuola è occupata da chi non ha più la casa… L’acqua è ormai tutta contaminata, anche quella dei pozzi, ed è facilissima la diffusione di malattie, dalla dissenteria al colera, che soprattutto colpisce molto i bambini, i bambini piccoli…

D. – Che cosa sta facendo la Chiesa locale?

R. – I vescovi, in queste zone, sono stati presenti sin dal primo momento, con aiuti concreti. Adesso si stanno mobilitando per dare un posto dove stare a tutte queste donne e bambini, famiglie intere, che non hanno più niente. Cercano di distribuire delle sementi, affinché subito si possa ripiantare in modo che ci sia un raccolto quest’anno, perché se dobbiamo farci carico anche dell’alimentazione per tutta questa gente per tutto l’anno, diventa impossibile! Quindi c’è bisogno di acqua, cibo, materiale per gli ospedali e per l’assistenza sanitaria e sementi.








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