2015-01-24 14:33:00

Centesimus Annus: verificare possibili fughe notizie su popolari


“Le grandi popolari, che ormai non sono più strettamente legate al territorio e sono spesso quotate in borsa, possono conseguire diversi benefici grazie alla riforma". Ad affermarlo, è il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, commentando la riforma delle banche popolari. Una settimana, quella passata, caratterizzata anche da forti rialzi dei prezzi delle azioni in Borsa a Milano. La Consob avrebbe aperto un'inchiesta. Alessandro Guarasci ne ha parlato con Gianluigi Longhi, consigliere della fondazione pontificia Centesimus Annus:

R. – In una riforma complessiva, globale, del sistema bancario, questi istituti non possano essere assorbiti sempre, anche per un problema di antitrust, dalle solite nostre big bank. Dunque, possono essere soggetti a future scalate o future aggregazioni di gruppi bancari esteri che in Italia, si trovano un territorio molto favorevole.

D. – Questo secondo lei però quali rischi concreti comporta per cittadini e imprese?

R. – La globalizzazione, sui grandi numeri, spersonalizza il rapporto personale, ma si diventa semplicemente consumatori su prodotti, quindi non c’è più quel rapporto che lega la tensione sociale.

D. - Sta facendo discutere l’acquisto di ingenti quantitativi di azioni delle Popolari nell’imminenza dell’annuncio. E' necessario un maggior controllo delle istituzioni finanziarie?

R. – E’ un’anomalia del mercato perché leggendo le notizie di stampa sembrerebbe che ci sia stato un accumulo di azioni ,e quindi il beneficio è sempre rivolto allo speculatore di borsa, all’azionista, che prende prima un’azione sapendo che ci sarà un cambiamento e quindi c’è un capital gain. Nell’ultima settimana, tutte le banche popolari quotate hanno fatto incrementi di valore, di prezzo, tra il 15 e il 25 per cento. Quindi, ovviamente, bisognerebbe andare a fondo e verificare se c’è stata piena trasparenza delle istituzioni e se in tutto questo non ci sono state le solite fughe di notizie.

D. – Questo dovrebbe farlo la Consob. Che cosa avviene all’estero?

R. – La Sec è particolarmente rigorosa. Ci sono stati casi in cui la Sec ha fatto un’indagine a tappeto di qualsiasi intermediario finanziario in tutto il mondo. Un caso molto famoso di una società quotata in borsa in Italia: una decina di anni fa, il segretario di questa società quotata diede un’informazione ad alcuni amici che comprarono attraverso fiduciari, intermediari svizzeri, e furono tutti incriminati dalla Sec. Quindi, c’è veramente un’attenzione sulla trasparenza e sulla informazione al mercato molto rigorosa. Io spero che anche in Italia questo tipo di evento possa determinare una presa di posizione molto chiara da parte delle istituzioni finanziarie e anche del governo per verificare se non ci siano state fughe di notizie.

 








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