“Condanniamo con forza la violenza omicida del terrorismo e del fanatismo che sotto la facciata della religione attenta alla vita dell’uomo in nome di Dio. Questo è inaccettabile e incoerente perché la vita è un dono di Dio che deve essere rispettato e protetto” scrivono i vescovi del Senegal in una dichiarazione in relazione alla strage di Parigi. Dopo aver implorato la misericordia di Dio per le vittime, i vescovi senegalesi - riferisce l'agenzia Fides - stigmatizzano le caricature di “Mohamad, fondatore dell’Islam”, distinguendo tra la libertà d’espressione e quella di offendere i sentimenti religiosi di milioni di persone.
La libertà di espressione non è senza limiti
“Condanniamo con veemenza questa libertà che si pretende essere falsamente assoluta,
senza limiti, offendendo e mancando di rispetto all’altro, nella sua dignità di uomo,
nelle sue scelte, nella sua fede e nelle sue convinzioni religiose” affermano i vescovi
senegalesi. “La religione è una fibra molto
sensibile. Non giochiamo quindi con il fuoco! Per questo motivo, senza entrare mai
nella logica della vendetta e della violenza, denunciamo il carattere ingiurioso di
queste pubblicazioni”.
Anche i cristiani nel mirino delle vignette
I vescovi sottolineano inoltre che “tali caricature non possono e non devono, in alcun
modo, essere assimilate ad azioni dei cristiani contro l’Islam, come le violente reazioni
avvenute in Niger potrebbero far credere”. In Niger, tra il 16 e il 17 gennaio, varie
chiese e comunità religiose hanno subito danni ingenti a causa dei manifestanti che
protestavano contro le pubblicazioni del settimanale francese. Anzi, rincarano i vescovi,
l’ideologia di chi pubblica queste vignette “è spesso diretta contro la religione
cristiana e in particolare contro i cattolici”.
Appello contro la divisione, l'odio e la violenza
“Lanciamo questo appello per preservare il nostro caro Senegal dai demoni della divisione,
dell’odio e della violenza, come hanno sempre fatto i capi religiosi cristiani e musulmani”
conclude il comunicato, che invita tutti a non cedere “alla pressione delle influenze
esterne, che potrebbero rimettere in causa i fondamenti della nostra società e ipotecare
il nostro futuro”. (R.P.)
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