2015-01-23 13:16:00

Laterano: i "Promessi Sposi" alle Letture teologiche


Alessandro Manzoni e “I Promessi Sposi” sono stati il tema della seconda serata delle “Letture teologiche” che si è svolta ieri sera a Roma nel Palazzo Lateranense. L’iniziativa, promossa dalla diocesi di Roma, ha come filo conduttore “I grandi classici della letteratura cristiana” e si concluderà il prossimo giovedì con l’incontro su “L’Idiota” di Fëdor Dostoevskij. Ascoltiamo il servizio di Marina Tomarro:

Un romanzo che attraversa il cuore umano, scrutando nei sentimenti, la fragilità e le cadute; ma che racconta anche di quell’affidarsi sempre alla volontà di Dio, come un mezzo sicuro di riscatto dalle ingiustizie e dalla violenza del mondo. Ascoltiamo don Paolo Asolan, docente presso la Pontificia Università Lateranense:

R. – La conoscenza che il Manzoni offre di quel che capita nella vita dell’uomo è realmente qualcosa che descrive noi a noi stessi. E dentro a questa descrizione, il fatto del graduale accorgersi e rendersi conto, acconsentire a una presenza, prima non riconosciuta, poi sempre più evidente, poi capace di trasformare effettivamente la vita, è una questione che interessa chiunque si rispecchi in quelle descrizioni: cioè, è qualcosa che noi speriamo succeda anche per noi.

D. – Perché nella storia dei "Promessi Sposi" è così presente la Provvidenza?

R.  – Credo sia il carattere che il Manzoni ricavò della fede cristiana nel suo travaglio. Ha cominciato come ipotesi, come possibilità, appunto, che i lutti, i travagli dentro i quali lui stesso era passato, in realtà potevano condurre a una dimensione della vita totalmente diversa e che tuttavia lasciava delle impronte, a volte impronte invisibili. Per questo, lui si preoccupa di decodificarle mentre racconta.

D.  – Lucia è una figura di purezza che porta tutti verso il bene, perché?

R.  – Perché Manzoni la descrive così: come una ragazza che in realtà prende sul serio la fede, quindi chi entra in rapporto con lei non incontra soltanto lei, ma anche quello che Dio sta facendo in lei. Per questo, si può dire correttamente che si tratta di una figura cristologica.

E nei "Promessi Sposi" oltre alla storia di Renzo e Lucia si trova anche un romanzo nel romanzo: quello che narra le vicende della monaca di Monza, la cui figura oscura si contrappone alla purezza di Lucia. Ascoltiamo la scrittrice Susanna Tamaro:

R. - E’ un personaggio in cui non c’è lieto fine, anzi la vita diventa sempre più terribile per lei e non c’è nessuna luce che viene a salvarla. Allora, è come rimasto un pozzo nero; è inquietante dentro.

D. – Cosa i Promessi Sposi possono insegnare ai giovani di oggi?

R. - Innanzitutto a scrivere meglio, perché imparerebbero l’italiano molto meglio! E poi la complessità della persona, l’idea che c’è in tutte le vite una tensione verso la redenzione e che la vita, per ognuno di noi, è un cammino verso la redenzione.








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