Nello Yemen si tenta la pacificazione dopo giorni di altissima tensione in un clima da colpo di Stato. Il presidente Hadi e i ribelli sciiti avrebbero raggiunto un accordo per mettere fine alle violenze nella capitale, Sanaa e interrompere l’assedio della casa presidenziale. In ballo alcune garanzie promesse dal governo ai ribelli in merito alla modifica della Costituzione. I particolari da Paola Simonetti:
Obiettivo fermare le violenze che per giorni hanno imperversato a Sanaa, liberare
il palazzo presidenziale dall’assedio e far rilasciare il capo di gabinetto sequestrato
nei giorni scorsi. Questo quanto il presidente yemenita Hadi avrebbe messo sul piatto
dell’accordo con i ribelli sciiti che da due giorni assediano la sua residenza, con
la promessa da parte sua di dare una risposta agli emendamenti alla Costituzione presentati
dagli sciiti che chiedono anche di espandere la loro rappresentanza nel governo. Questi
dunque i termini della tregua che dovrebbe scongiurare un colpo di Stato e dopo giorni
di scontri che hanno provocato almeno 35 morti e 94 feriti. I ribelli nel frattempo
hanno consentito al premier Bahah di lasciare la propria residenza verso un luogo
sicuro. Fuggito ad Aden il capo della Guardia presidenziale locale. Una situazione
che gli Stati Uniti, secondo quanto dichiarato dal segretario di stato americano Kerry,
stanno monitorando con grande attenzione, soprattutto in riferimento all’ambasciata
Usa a Sanaa: “Il personale e' ben protetto – ha assicurato Kerry – e il presidente
Obama è costantemente aggiornato sugli sviluppi. Per ora non si prospetta nessuna
evacuazione”.
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