2015-01-21 07:10:00

Sud Sudan: appello dei religiosi a riconciliazione nel Paese


Perdono e riconciliazione: è l’auspicio che l’Associazione dei Superiori religiosi del Sud Sudan (Rsass), guidata dal comboniano fra’ Daniele Moschetti, chiede per il Paese, in una Lettera indirizzata a tutti i religiosi e missionari in occasione dell’Anno della vita consacrata, attualmente in corso. Indetto da Papa Francesco per celebrare il 50.mo anniversario della promulgazione del decreto conciliare "Perfectae caritatis" sul rinnovamento della vita religiosa, l’evento proseguirà fino al 2 febbraio 2016. Nella missiva, in particolare, si fa riferimento al conflitto scoppiato in Sud Sudan nel dicembre 2013 e che ha visto contrapposti i miliziani di etnia dinka, fedeli al Presidente Salva Kiir, e l’esercito regolare di etnia nuer, guidato dall’ex vice Presidente Riek Machar.

Conflitto insensato, necessario porvi fine
“Abbiamo sofferto atroci violenze – si legge nella lettera – che hanno portato via le vite di migliaia di fratelli e sorelle”, provocando anche la distruzione di “strutture sociali e di relazioni tradizionali e culturali esistenti nelle nostre comunità”. Ed è “tragico”, sottolinea la Rsass, che le parti in causa non abbiano ancora raggiunto un accordo per porre fine al conflitto, “nonostante i continui e disperati appelli dei cittadini, della Chiesa e della comunità internazionale”. Di qui, l’esortazione forte lanciata dai religiosi: “Questo è un conflitto insensato e deve finire immediatamente. Come religiosi, continuiamo a pregare e ad impegnarci per la pace e la riconciliazione, invitando i leader militari e politici a porre il bene della nazione e della popolazione al di sopra degli interessi personali di potere”.

‘Combattere’ la battaglia non violenta dell’evangelizzazione
“Cerchiamo di perdonare il passato e di iniziare un nuovo cammino come un’unica nazione ed un unico popolo – prosegue la missiva – tanto più che la guerra civile è chiaramente una lotta per il potere e gli interessi di pochi”, e non per il “bene comune”. Al contrario, “la battaglia da combattere – sottolinea la Rsass – è quella dell’evangelizzazione e dello sviluppo del Paese”, divenuto indipendente dal Nord nel 2011, ed è una battaglia “non violenta, da portare avanti insieme, come popolo di Dio in Sud Sudan”.

Diventare fermento di gioia e speranza
Guardando, poi, nello specifico, all’Anno della vita consacrata, i religiosi si richiamano alla Lettera apostolica di Papa Francesco a tutti i consacrati, resa nota il 21 novembre scorso, ed esortano a “mettere a servizio del mondo i carismi ed i doni ricevuti liberamente dal Signore”. Essenziale, dunque, “la creatività della carità, capace di trovare innumerevoli modi per annunciare la novità del Vangelo ad ogni cultura ed in ogni angolo del mondo e della società”. Diventare “fermento di gioia, speranza, fratellanza e giustizia, in una realtà di scoraggiamento e divisioni”: questo è il ‘mandato’ che la Rsass consegna a tutti i suoi membri.

Cura pastorale dei giovani, futuro del Paese e della Chiesa
Particolare attenzione pastorale viene richiesta per i giovani del Sud Sudan, “pari ad almeno il 70% della popolazione” e che “rappresentano il presente ed il futuro del Paese e della Chiesa”. Per questo, “la loro vocazione deve essere molto curata e la testimonianza dei religiosi deve rappresentare una sfida per le loro scelte di vita, affinché siano sempre a servizio del Vangelo”. Non solo: l’auspicio è che il 2015 sia anche un anno in cui vengano rafforzati i rapporti tra le diverse congregazioni”, poiché “la solidarietà e la fraternità sono una priorità per chiunque voglia essere testimone dell’amore di Gesù”.

A fine gennaio, triduo di preghiera per consacrati
Quindi, la Rsass informa che dal 31 gennaio al 2 febbraio si terrà uno speciale triduo di preghiera dedicato alla vita consacrata. Ricco ed articolato il programma degli eventi: il primo giorno si terrà un pellegrinaggio a piedi, aperto a tutti i fedeli, dalla Cattedrale Santa Teresa di Kator alla Chiesa di Ognissanti a Rejaf, durante il quale verrà celebrato anche il centenario dell’arcidiocesi di Juba. Il primo febbraio, poi, l’arcivescovo della città, Paolino Lukudu Loro, presiederà una Messa di ringraziamento in Cattedrale, mentre il 2 febbraio, Giornata della vita consacrata, si terrà un momento di preghiera nella Comboni House. Inoltre, la Plenaria della Rsass, in programma dal 28 al 30 aprile 2015, sarà dedicata alla formazione permanente dei consacrati in Sud Sudan.

Pace duratura, il sogno di tutti
La lettera si conclude ricordando “il grande bisogno di spiritualità, formazione umana, risanamento dai traumi passati e presenti” che tutti hanno, siano essi “vescovi, religiosi, sacerdoti o comuni cittadini”. Ma c’è anche “il sogno comune di una pace duratura che deriva da Dio, ma che necessita di laici, giovani ed agenti pastorali, che ne siano strumento”. Infine, la missiva affida l’Anno della vita consacrata alla Vergine Maria, Regina d’Africa, ed ai Santi africani Daniele Comboni e Giuseppina Bakhita. (I.P.) 
 








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