2015-01-21 07:28:00

Dopo ultime violenze, l'Onu sostiene il presidente in Yemen


In Yemen ancora in attacco i ribelli Huthi. Ieri pomeriggio si sono impadroniti del palazzo presidenziale e hanno bombardato la residenza dello stesso presidente, che si trovava all'interno ma non e' stato colpito.  Sono rimaste uccise invece due guardie che si aggiungono ai nove morti e ai 67 feriti dei primi combattimenti. Intanto si è riunito d’urgenza il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il servizio di Fausta Speranza

Parla di colpo di Stato il comandante delle forze a difesa del presidente, denunciando che molte armi sono state saccheggiate dai ribelli. Le violenze, dopo il fallimento di un tentativo di negoziazione. Oggetto: la composizione di una commissione che dovrebbe elaborare un nuovo Stato federale. I ribelli Huthi, originari delle regioni del Nord, dopo tre anni di violenze seguite al rovesciamento dell'ex uomo forte dello Yemen, Ali Abdullah Saleh, da settembre conquistano potere. Trovano opposizione nelle regioni a maggioranza sunnite, ma ci sono anche clan rivali legati a Al Qaeda. Il tutto nel Paese della penisola arabica dove anche la corruzione fa la sua parte.

Da parte sua, il Consiglio di Sicurezza Onu chiede una tregua duratura ma lo fa ribadendo che il presidente è autorità legittima. Resta da dire che, secondo la Cnn, due navi da guerra Usa sono state spostate nel Mar Rosso e sono pronte ad evacuare il personale dell'ambasciata americana nel caso in cui dovesse arrivare l'ordine dal Pentagono.








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