2015-01-19 14:18:00

Un missionario guanelliano: viaggio Papa risveglia coscienze


Uno dei grandi eventi del viaggio del Papa nello Sri Lanka e nelle Filippine è stata la Messa conclusiva a Manila, alla quale hanno partecipato 7 milioni di persone. Emanuela Campanile ne ha parlato con il padre guanelliano Luigi De Giambattista, per tanti anni missionario nelle Filippine:

Il Papa ha risvegliato le coscienze
R. – Certo, è stato davvero uno spettacolo stupendo, un bagno di folla per il Papa. Mi ha scaldato il cuore vedere quello che stava avvenendo sotto gli occhi del mondo, perché non era soltanto un avvenimento delle Filippine: il Papa che viene in questa nazione, che ha ricevuto il Vangelo ormai 500 anni fa - e che si appresta appunto a vivere quell’anniversario - e il Papa che porta fuoco. Come diceva il cardinale Tagle: “Lei Papa Francesco ha portato tra noi il fuoco e ha causato un terremoto”. I filippini sono abituati a vedere il fuoco, specialmente nelle zone degli slum, dove vivono milioni di baraccati, di fratelli e sorelle in situazioni subumane molte volte. Il fuoco distrugge e il terremoto devasta, ma il fuoco che ha portato Papa Francesco è un fuoco che purifica, che davvero illumina e riscalda il cuore, e il terremoto è un terremoto che non devasta, ma che risveglia una coscienza della bellezza del Vangelo, ma anche delle responsabilità grandi. I cristiani in quella nazione, infatti, si sentono richiamati dal Papa ad essere evangelizzatori, profeti di speranza, testimoni di solidarietà, di questo amore grande di Dio, che vuole raggiungere tutti, a partire dagli ultimi, dai più piccoli, da chi è emarginato.

I poveri ci evangelizzano
D. – L’Asia risponde alla chiamata di Papa Francesco. Che cosa, allora, questo viaggio può rappresentare per l’Occidente? 

R. – Sicuramente, ci si può accorgere che là dove è arrivato il Vangelo, portato dai missionari che partivano dal nostro Occidente cristiano - dove per primo la Chiesa ha messo le sue radici storicamente - adesso c’è un ritorno del Vangelo. Dobbiamo metterci in ascolto di quello che rende attenta e stupita la gente povera di questa porzione dell’umanità e di Chiesa, e capire che bisogna riscoprire la freschezza, la novità del Vangelo a partire da una vita più sobria. Ecco, non si tratta di andare e far tornare indietro la storia o di negare il progresso, che ci ha portato a livelli tecnologici insperati, altissimi, nel nostro mondo occidentale, ma dobbiamo reimparare che le cose essenziali sono quelle che cambiano il cuore, sono quelle che mettono in relazione le persone, non sulla base di quanto mi dai e quanto ho in tasca, ma sulla base della ricchezza del cuore, che è la misura davvero autentica del valore della persona. I poveri ci evangelizzano e non ho assolutamente nessuna esitazione nel dire di essere andato come missionario - atterrato nelle Filippine nell’’89 – ed essermi accorto nei primi giorni, andando tra i più poveri della zona del porto di Manila e poi tra i lebbrosi, in un’altra parte della città, che bisognava levarsi i sandali, perché quella era una terra santa: era una terra dove il Vangelo aveva attecchito più a fondo e doveva, dunque, essere riscoperto anche da noi missionari, per poterlo condividere con gioia e celebrarlo con la nostra gente. Noi guanelliani siamo lì in modo semplice, nella periferia della città di Manila, a fare famiglia con ragazzi e persone disabili, con handicap fisici e psichici molte volte dimenticati e nascosti.

I poveri al centro del Vangelo
D. – Gli ultimi degli ultimi insomma…

R. – Eh, ma si vede stando con loro come davvero il Signore abbia cominciato da lì. Il Papa diceva molto chiaramente: “Non c’è Vangelo senza mettere i poveri al centro”, perché Gesù ha cominciato da lì. Non si tratta di fare ideologia e di spaccare il mondo tra poveri e ricchi, no. Il Vangelo è per tutti, ma bisogna cominciare a riscoprirlo da un incontro appassionato con chi è più aperto, è più libero dentro, perché non ha niente da difendere e tutto da attendersi di provenienza del Signore.








All the contents on this site are copyrighted ©.