2015-01-19 17:18:00

Francesco in Asia visto dall'Italia: parlano i migranti


"Sono state giornate importanti per la storia dello Sri Lanka, sia per i cattolici tamil che per quelli cingalesi. Ma non solo per gli srilankesi che vivono in patria. Anche per noi immigrati che l'abbiamo seguita da lontano". Così Risha Joseph, immigrata di etnia tamil della diocesi di Palermo, dà voce ai tanti srilankesi sparsi per il mondo che hanno vissuto con partecipazione e emozione la visita di Papa Francesco nella loro terra e i suoi appelli alla pace e alla riconciliazione dopo la guerra civile fra cingalesi e tamil che l'ha insanguinata. 

L'emozione della comunità tamil di Palermo

"Anche se fisicamente lontani - spiega - in quei giorni ci siamo sentiti molto vicini alla nosta patria e, in un Paese a maggioranza buddhista come il nostro, non avremo mai immaginato che il Santo Padre ricevesse un'accoglienza così calorosa. Ci auguriamo che il suo appello all'unità, dopo anni di guerra civile, sia accolto sempre di più in futuro". "Noi ci crediamo al 100%", commenta Joseph Victor Lesley, immigrato srilankese tamil anche lui residente a Palermo. "Le testimonianze dei leader religiosi che hanno incontrato il Papa, i cambiamenti politici, il nuovo clima che si respira nel nostro Paese, ci fanno sperare che la pace si realizzerà davvero". "Qui a Palermo - spiega - vivono circa seimila tamil e circa cinquecento cingalesi. Spesso ci incontriamo e preghiamo insieme e viviamo la fratellanza, senza alcun rancore".    

La gratitudine della comunità filippina di Roma

Arrivando a Manila, il 16 gennaio, Papa Francesco ha sottolineato anche il contributo "spesso trascurato, ma non meno reale", dei "filippini della diaspora" alla vita e al benessere delle società in cui vivono. "Per questo gli siamo particolarmente grati", commenta Romulo Salvador, immigrato filippino della comunità romana, già Consigliere aggiunto di Roma Capitale come rappresentante del continente Asia"Avevamo bisogno di un incoraggiamento spirituale del Santo Padre dopo le tragedie che hanno colpito il nostro Paese, ma a noi migranti ha emozionato molto, ovviammente, il riferimento alla diaspora". 

"Francesco - spiega - nei tre giorni trascorsi nelle Filippine, ha denunciato la corruzione come causa della povertà che colpisce gran parte della popolazione. Ma ha anche sottolineato il ruolo dei giovani per il futuro del Paese, quello delle famiglie per l'evangelizzazione e ha auspicato che le donne assumano sempre più rilevanza nella società. Sono punti di riferimento su cui possiamo basare il cambiamento in meglio del nostro Paese". 

"Mi ha emozionato - aggiunge - sentire parlare della comunità filippina come portatrice di luce e di fede nel mondo. Come più grande Paese a maggioranza cattolica dell'Asia abbiamo ricevuto da Francesco, in questi giorni, un mandato che ci responsabilizza molto. E' come se avessimo siglato un patto con lui". "Per questo - conclude Romulo Salvador - domenica prossima una rappresentanza della comunità filippina di Roma sarà all'Angelus in piazza S. Pietro. Vogliamo ringraziare Francesco e unire le nostre preghiere a quelle dei 7 milioni di cristiani filippini che hanno pregato con il Papa a Manila".  








All the contents on this site are copyrighted ©.