2015-01-17 14:14:00

Incontro del Papa con i gesuiti a Manila: il racconto di p. Spadaro


Tra i fuori programma del viaggio apostolico di Papa Francesco nelle Filippine c'è da segnalare l'incontro di ieri con un gruppo di 40 gesuiti nella nunziatura di Manila. Testimone diretto del colloquio del Papa con i suoi confratelli è stato padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà cattolica. Fabio Colagrande lo ha intervistato:

R. - Alla fine di una delle sue giornate qui, tornando in nunziatura ha trovato circa 40 gesuiti. Questa ormai è una tappa quasi abituale dei viaggi papali, per cui o come nel caso della Corea va a trovare i gesuiti nella loro comunità, oppure i gesuiti comunque vanno in nunziatura, come in questo caso, a salutarlo. È stata una tappa molto bella, molto importante, ovviamente di carattere privato, che in qualche modo elabora i contenuti più profondi di ogni viaggio in un contesto assolutamente rilassato, familiare, ordinario.

D. - Il Papa vi ha detto: “40 gesuiti, dunque 40 malattie”. Non ha rinunciato all’umorismo …

R. - È straordinario vedere come quest’uomo viva dei ritmi folli di attività e che riesca mantenere una serenità, una calma ed anche una grande capacità di ironia ed autoironia tra l’altro come abbiamo visto spesso. Ma il Papa ha detto tante cose molto importanti. Una delle cose che mi ha colpito, tra le tante ovviamente, in questo incontro con i gesuiti è stata la risposta ad un gesuita che gli ha chiesto: “Ma come si sente ad essere Papa?”. Papa Francesco gli ha detto che questa cosa non gli ha tolto la pace, che la avverte con una sorta di naturalezza che viene da Dio, quindi non una naturalezza di ordine psicologico o umano, quanto piuttosto come un rispondere ad una volontà di Dio che gli dà tanta pace. Ma, soprattutto, ha detto una cosa riguardo un’esperienza che ha vissuto personalmente che lo aiuta attualmente nella sua missione: l’esperienza di parroco. Cosa significa questo tipo di esperienza? Che il Papa ha bisogno di un contatto reale, effettivo con la gente e che quindi il suo non è un pontificato di ordine astratto del tutto teorico, o comunque legato ad una dimensione astratta rispetto alla vita reale concreta delle persone, della gente, ma si occupa e si fa carico pastoralmente del contatto con le persone, del contatto vivo dei problemi, dei casi concreti del vissuto che spesso hanno bisogno di tanta misericordia.








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