2015-01-17 12:11:00

Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei


Come ogni anno si celebra il 17 gennaio in Italia la Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei. Anche quest’anno prosegue la comune riflessione dedicata ai Dieci Comandamenti e in particolare sulla nona parola dell’Esodo “Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo”. Il servizio di Roberta Barbi:

È un appuntamento importante, la giornata che celebrano ebrei e cattolici, fecondi operatori di pace nella società in cui viviamo, approfondendo il tema biblico della falsa testimonianza, che ci chiama a non uccidere le relazioni tra di noi ponendole sotto il segno della falsità. Ma nel mondo di oggi questo comandamento si può attualizzare anche nel segno della libertà religiosa, come precisa il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna:

“Secondo me, se fosse rispettata la libertà religiosa altrui, cadrebbe uno dei presupporti per il quale un fedele di una religione diversa debba essere considerato un infedele o una persona pericolosa. Io insisto molto sul fatto che proprio la rinuncia al proselitismo dovrebbe essere accettata da tutti, come hanno fatto gli ebrei già secoli fa”.

Una giornata che vuole essere anche occasione di verifica dei passi fin qui fatti nel cammino di dialogo tra ebrei e cattolici, che ha una lunga storia, come ricorda ancora Gattegna:

“Il dialogo tra ebrei e cattolici continua a essere molto positivo. C’è stata 50 anni fa una svolta storica da Papa Giovanni XXIII: il Concilio Vaticano II e la dichiarazione Nostra Aetate hanno completamente cambiato i presupposti dei rapporti fra le due religioni. Quello che io ritengo che, forse, dovremmo fare è un maggiore sforzo perché non si cada in qualcosa di poco effervescente, di poco brillante, che ci si adattasse a una routine di rapporti buoni, ma che con il tempo rischiano di perdere un po’ di slancio. Sarebbe opportuno, quindi, uno sforzo di creazione, per poter rendere evidente a tutti la ricchezza che può scaturire da nuove iniziative di collaborazione fra i fedeli delle religioni che poi credono nello stesso Dio”.

La Nostra Aetate ha riconosciuto il valore dell’ebraismo all’interno del percorso cristiano, la radice santa alla base dell’albero cristiano. Del clima che si respirava prima di questo documento che ha fatto da spartiacque, ci dà una testimonianza mons. Mansueto Bianchi, presidente della Commissione episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo:

“Il clima dominante era il clima della diffidenza reciproca, era il clima del gelo nelle relazioni o, quando il clima si riscaldava, nella dimensione dell’opera di carità. Quel documento ha veramente cambiato il clima, perché ha dato una diversa connotazione, una diversa cifra teologica al rapporto tra cristiani ed ebrei. La fatica del dialogo in questo cinquantennio l’abbiamo misurata, l’abbiamo incontrata, ma direi che è prevalente l’orizzonte della speranza e anche la constatazione di una positività diffusa, che è cresciuta tra di noi in questi 50 anni”.

Nel contesto odierno, con i fondamentalismi che sfociano in atti di terrorismo, cosa possono fare le religioni per costruire la pace? Ancora mons. Bianchi:

“Possono fare tantissimo, proprio partendo dal fatto che la radice dichiarata di questi fondamentalismi aggressivi e sanguinari pretende di essere una radice religiosa. C’è indubbiamente una strumentalizzazione pretestuosa dell’esperienza religiosa per arrivare a queste abnormità. Ma proprio lì dove questi fondamentalismi dicono di affondare le loro motivazioni, proprio lì le religioni dovrebbero trasmettere una testimonianza contraria alla strumentalizzazione che ne viene fatta”.

Infine, l’augurio del presule per questa Giornata dedicata al dialogo:

“Il mio augurio per questa Giornata è che questo dialogo tra l’ebraismo e il cristianesimo porti ad un reciproco riconoscimento, ma anche ad una reciproca accoglienza, creandoci dentro un atteggiamento di cuore che sia di fraternità”.

Un buon proposito per il lavoro futuro è l’augurio di Gattegna:

“Secondo me, questa Giornata dovrebbe essere dedicata alla creazione, al lancio di iniziative nuove e non limitarci solo ad amministrare bene le conquiste che abbiamo già fatto. Dovremmo essere più ottimisti, più aperti, dare dei segnali di una più profonda e completa fiducia reciproca”.








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