2015-01-15 13:30:00

Vescovi italiani: religione a scuola per leggere la realtà


“L’educazione non può essere neutra: o arricchisce o impoverisce”. Partendo da questa dichiarazione di Papa Francesco, la presidenza della Conferenza Episcopale Italiana in un messaggio invita i genitori che devono iscrivere i propri figli al primo anno di ciclo di studi a scegliere di avvalersi, per il prossimo anno scolastico, dell’insegnamento della religione cattolica. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Questa scelta – scrivono i vescovi italiani – non è “una dichiarazione di appartenenza religiosa”, ma solo la richiesta di “voler essere istruiti anche sui contenuti della religione cattolica”. Don Daniele Saottini, responsabile del Servizio nazionale della Cei per l’insegnamento della religione cattolica:

“L’insegnamento della religione cattolica si propone come una scelta scolastica, culturale, con una sua dignità di insegnamento e quindi non pretende di condizionare la scelta di ciascuno degli studenti, ma nello stesso tempo si presenta come una proposta molto chiara di una chiave di lettura seria, fondamentale, autentica e completa di quella realtà complessa che noi oggi viviamo”.

La missione di ogni percorso formativo, ha spiegato Papa Francesco incontrando lo scorso 10 maggio il mondo della scuola italiana, è di sviluppare il senso del vero, del bene e del bello…

“Il Papa, continuando proprio quel discorso, ricorda come l’educazione non può essere neutra. L’insegnamento della religione si presenta anche con una dichiarazione molto chiara: la persona, la dignità della persona, il valore di ciascuna persona, soprattutto il più debole, il più fragile, devono essere visti e valorizzati. Devono essere valorizzati anche attraverso una formazione culturale, una conoscenza storica completa degli aspetti positivi e anche delle fragilità delle varie religioni, e una presentazione completa della proposta autentica della cultura italiana che, chiaramente, ha radici e fondamenti più che espliciti legati anche alla Chiesa cattolica”.

In una società dove sempre più spesso si cerca di far prevalere presunti diritti soggettivi, il rischio è che su temi cruciali gli insegnanti di religione vengano osteggiati ed emarginati. Ancora don Daniele Saottini:

“Il rischio c’è. Io però vorrei mettere in evidenza la preparazione culturale degli insegnanti di religione che sempre di più permette all’insegnante di religione di porsi assolutamente come interlocutore qualificato, non soltanto rispetto agli studenti ma anche rispetto ai propri colleghi e al consiglio di classe. E’ una figura significativa tra gli educatori e i docenti di ciascuna classe, di ciascuna scuola. La stragrande maggioranza, quasi il 90 per cento degli studenti italiani sceglie ancora l’insegnamento della religione, si avvale di questa disciplina e testimonia anche questo lavoro preziosissimo e anche efficace degli insegnanti di religione”.

Gli insegnanti di religione – sottolineano infine i vescovi – sono “persone professionalmente molto qualificate, ma anche testimoni credibili, capaci di cogliere gli interrogativi più sinceri di ogni persona”.








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