2015-01-14 16:30:00

Una religiosa: solo il perdono può aiutare tamil e singalesi


Sulle ferite lasciate dalla guerra nello Sri Lanka ci parla suor Yogarani Rajarathani, delle Suore della Carità di Gesù e Maria, presente a Madhu per la visita del Papa. L’intervista è del nostro inviato Alessandro De Carolis:

R. – La situazione è fatta di molte ferite di questi popoli dopo la guerra. Posso dire che qui tutti sono felici di ricevere il Papa. La sua benedizione è molto importante. Un giorno storico per noi: il Papa viene qua, dove noi siamo feriti. Non sono soltanto i tamil, ci sono anche i singalesi che hanno tanti problemi.

D. – Quali sono le sofferenze dei tamil e quali le sofferenze dei singalesi oggi?

R. – I tamil hanno perso le loro famiglie, non sanno dove sono i componenti delle loro famiglie… Tanti, tanti sono morti e tanti non si sa dove siano. Alcuni sono ancora nelle prigioni... Tutto questo è molto difficile per loro. Molti ancora non hanno una casa, non hanno potuto ricostruirla dopo la guerra e ancora vivono sotto gli alberi. Per tutto questo è molto importante l’istruzione e l’educazione. Sono tanti anche i tamil che vivono fuori dal loro Paese, perché non possono vivere qui. Ma anche la situazione per i singalesi è difficile, perché i militari non hanno sempre avvisato tutti i familiari quando c’erano dei morti e quindi ora si occupano anche dei bambini di altre famiglie perché non si sa dove sia il papà… Quindi tutti e due i popoli – tamil e singalesi – soffrono! Due popoli che hanno perso i loro familiari e per i quali riconciliarsi è difficile: sempre dicono “Ma tu hai ucciso la mia famiglia”; “Tu hai ucciso quello”... E’ un grande problema. Però questo santuario unisce tutti per la riconciliazione e per vivere insieme.

D. – Come insegnate voi questo sia ai singalesi che  ai tamil, come Chiesa?

R. – Solo con il perdono. Dobbiamo perdonare gli altri, accettando le nostre differenze. Io sono tamil e non posso cambiare; come un singalese è singalese e non può cambiare e diventare un tamil… Quindi accettare questa differenza e perdonare. Solo la riconciliazione può aiutarci a ricostruire il nostro Paese, lo Sri Lanka.








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