2015-01-13 15:51:00

La Marsica ricorda le 30 mila vittime del terremoto di 100 anni fa


Il 13 gennaio del 1915 un devastante terremoto nella Marsica uccideva 30 mila persone. Oggi, a distanza di 100 anni, quel territorio è risorto, ma le vittime non si dimenticano. Il vescovo di Avezzano, mons. Santoro, ha celebrato una Messa per commemorarle. Forte però è anche il ricordo della solidarietà con cui si rispose alla devastazione e di cui ancora oggi si raccolgono i frutti. Il servizio di Corinna Spirito:

Questa mattina, nella Marsica, tutte le campane suonavano, alle 7.55, per ricordare il terribile terremoto che 100 anni fa distrusse l’area. Il 13 gennaio 1915, 30 mila persone morirono sotto le macerie di città e paesi completamente distrutti. Soltanto ad Avezzano, le scosse di magnitudo 7 della scala Richter fecero quasi 11 mila morti su 13 mila abitanti: una tragedia che cambiò per sempre la Marsica, ma che oggi viene ricordata anche per l’ondata di solidarietà che investì la regione. Uno dei protagonisti del primo soccorso fu don Orione, che mise in salvo e diede futuro a molti orfani. A distanza di 100 anni, il suo nome è ancora ben fissato nella memoria della Marsica, come ricorda don Flavio Peloso, superiore generale della Congregazione di don Orione:

"Una trentina di anni fa, tutti i sindaci – con delibera comunale – lo hanno proclamato cittadino onorario e benefattore insigne della Marsica. Non è solo un ricordo lontano, ma è una storia che continua, anche perché la stessa Congregazione – al di là dell’emergenza – rimase presente nel tessuto della Marsica, ed è presente tutt’oggi, con un’istituzione per aiutare soprattutto i poveri, la gioventù … Quindi è un legame di devozione innanzitutto legato a questa solidarietà che ha reso don Orione familiare nella Marsica. Ma al di là del fatto di cronaca, al di là anche degli eroismi privati e personali, è un fatto che ha costituito un evento civile di solidarietà non solo per la gente della Marsica, ma di solidarietà dell’Italia da poco unita. E’ un evento, forse uno dei primi, seguiti, sofferti anche a livello nazionale. E’ un atto di rinascita e quindi oggi viene ricordato come fatto luttuoso ma anche come un fatto civile ed ecclesiale. Di questa solidarietà civile ed ecclesiale si è trovato al centro San Luigi Orione, che già aveva portato soccorsi nel precedente terremoto di Reggio Calabria e Messina del 1908. E quindi, lì giunse già con una fama non solo di santità ma anche di intraprendenza, per cui si trovò al centro degli aiuti che pervenivano dal mondo ecclesiale – soprattutto dalla Santa Sede – e si trovò anche ad essere il vicepresidente del Patronato “Regina Elena” che era un’istituzione benefica della Casa Reale. Per questo credo che oggi faccia bene ricordare questo evento anche per uno stile, per un tessuto di solidarietà che in quell’occasione fu sperimentato e che diede felice esito".








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