Circa due milioni e mezzo di euro sono stati stanziati dalla Caritas a favore delle popolazioni dell’area dei Balcani colpite lo scorso anno dalle alluvioni. Lo riferisce L’Osservatore Romano. In Serbia e in Bosnia-Erzegovina le abbondanti piogge hanno provocato la morte di decine di persone, interi villaggi e aree rurali sono stati sommersi dalle acque, migliaia di abitazioni sono risultate inagibili e i trasporti interrotti. Grazie al sostegno dei volontari della Caritas e all’impegno per un ecumenismo della solidarietà le comunità locali hanno saputo reagire. «Da soli non ce l’avremmo fatta», ha raccontato Zarko Kovacevic, agricoltore di 50 anni che abita a Mrdenovac, provincia di Sabac. La terra e il bestiame hanno sempre assicurato a lui e alla famiglia di che vivere ma, ricorda, l’acqua ha distrutto tutto in soli 15 minuti: «Il fiume ha invaso il cortile e la casa e siamo dovuti fuggire». La famiglia Kovacevic è rimasta ospite di amici per diverse settimane. Poi, all’inizio di ottobre, è iniziata la ricostruzione della casa.
Aiuti per oltre 2 milioni di euro
«Grazie all’aiuto della Caritas ho avuto il materiale
da costruzione — spiega l’agricoltore — e abbiamo ricevuto anche un aiuto dallo Stato
ma molto modesto». L’intervento della Caritas ha rappresentato tantissimo, «anche
perché — spiega Zarko — è arrivato quando nessun’altra organizzazione avrebbe potuto
farlo». L’aiuto della Caritas alle persone colpite dalle alluvioni nella provincia
di Sabac ammonta a 400.000 euro, mentre per l’intera Serbia la somma sale a più di
due milioni di euro fino a questo momento. Dall’inizio dell’emergenza i volontari
sono stati in prima linea distribuendo cibo, vestiti e coperte. Sono stati donati
migliaia di kit igienici, pompe di drenaggio, tonnellate di foraggio per animali.
Ecumenismo della carità
«Tra poco — spiega il coordinatore nazionale della
Caritas Serbia, Darko Tot — sarà terminato anche il progetto di ricostruzione delle
case». Con l’arrivo dell’inverno sono stati distribuiti materiali per il riscaldamento,
stufe elettriche, frigoriferi e lavatrici. La situazione ora sembra sotto controllo.
«I cattolici nelle zone colpite sono stati pochissimi — chiarisce Tot — per questo
il 99 per cento dei destinatari del nostro aiuto sono ortodossi». Un fatto che non
è passato inosservato, tant’è che il vescovo ortodosso di Sabac, Lavrentije Trifunovic,
ha espresso «grande gratitudine ai fratelli cattolici dai quali possiamo imparare
molto nel servizio di carità per il prossimo. Questo esempio di applicazione della
fede nella vita ci spinge a imitarli e a non dimenticare i poveri». Secondo l’arcivescovo
di Belgrado, monsignor Stanislav Hočevar, «la carità di Cristo ha spinto a non rimanere
ciechi e sordi di fronte ai bisogni degli altri e a cercare l’unità nella diversità».
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