2015-01-10 16:53:00

È morto Francesco Rosi, il padre del cinema d'inchiesta


Napoli perde un altro dei suoi grandi protagonisti: è morto, all’età di 92 anni, Francesco Rosi, regista e sceneggiatore di tante indimenticabili pellicole d’inchiesta. L’ultimo addio avverrà lunedì 12 gennaio alla Casa del cinema, con una cerimonia civile. Il servizio di Corinna Spirito:

Francesco Rosi è stato indubbiamente il padre del cinema italiano di impegno civile. Ecco perché non è solo il mondo dell’arte a piangerlo, ma anche chi crede nella buona politica e nella giustizia. Nato a Napoli nel 1922 fu compagno di scuola del presidente Giorgio Napolitano. La sua carriera nel mondo del cinema inizia all’età di 24 anni quando viene scelto da Luchino Visconti come aiuto-regista per “La terra trema” e da lì spicca il volo. Negli anni ’50 scrive le sue prime sceneggiature per “Bellissima” e “Processo alla città” ed esordisce alla regia ne “La sfida” che ha subito un grande successo di pubblico e critica. La fama e la consacrazione ad autore che farà la storia del cinema italiano arrivano però nel 1963, con il suo primo film-inchiesta di successo “Le mani sulla città”. I cineasti di tutto il mondo ammirano il coraggio e la lucidità con cui denuncia lo sfruttamento edilizio a Napoli e il festival di Venezia lo premia con il Leone d’Oro. Da questo momento alterna per tutta la sua carriera opere di inchiesta politica come “Uomini Contro” e “Il Caso Mattei” a trasposizione di celebri romanzi quali “Il dottor Zivago” o “Cristo si è fermato a Eboli”. Muore all’età di 92 anni, a Roma, lasciando in eredità una filmografia forte, onesta e sempre attuale, che tanti suoi colleghi non esitano a ricordare. Uno su tutti il grande maestro Morricone che scrisse la colonna sonora di “Dimenticare Palermo”:  “Francesco Rosi è stato un grande regista” - dice - “I suoi film sono di livello altissimo li ho visti tutti. Per me è un grande dolore”. 








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