2015-01-09 16:01:00

La Jolie dal Papa con "Unbroken", tempra di un eroe nascosto


Papa Francesco ha ricevuto questo giovedì l’attrice americana Angelina Jolie dopo che il suo secondo, intenso film come regista, “Unbroken” - sugli schermi italiani dal 29 gennaio - è stato proiettato in una sala della Casina Pio IV, sede della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Il servizio di Luca Pellegrini:

Oltre al titolo, tre sostantivi precisano l’esistenza difficile e straordinaria di Louis Zamperini e forse spiegano il motivo per cui un’attrice famosissima come Angelina Jolie abbia voluto rischiare il set, questa volta come regista, dimostrando passione e bravura: “Sopravvivenza. Resistenza. Riscatto”. Accade questo, e molto altro, all’atleta italoamericano stella del mezzofondo alle Olimpiadi di Berlino del ‘36, arruolato nel ’43 all’indomani di Pearl Harbour, naufrago in mezzo all’oceano dopo che il suo volo era stato abbattuto, costretto alla detenzione in un campo di prigionia giapponese diventando oggetto di violenze da parte dei suoi aguzzini. Al termine della guerra lo troviamo un reduce dall’anima piena di cicatrici indelebili che rischia la deriva nell’alcol, trova la speranza nella fede cristiana, dedica le sue forze – fino alla morte avvenuta lo scorso anno - per aiutare tutti quei ragazzi a rischio che gli ricordavano tanto la sua infanzia. Angelina Jolie deve aver sfogliato con grande emozione le pagine del libro di Laura Hillebrand che tanta ispirazione le hanno donato. Colpita da ciò che la scrittrice scrive di questo personaggio: “Ciò che ha reso rilevante la vita di Louis per tutti noi - leggiamo - non è stata la serie di eventi che l’hanno costellata, ma il modo in cui li ha affrontati, aggrappandosi alla forza per la sofferenza, alla gioia nella sconfitta, al perdono di fronte alla crudeltà, alla speranza in assenza di protezione”. Virtù che oggi in un mondo in preda a derive violente di ogni tipo sembrano offuscarsi, mentre invece molte volte rimangono appannaggio di eroi nascosti. E’ bello pensare a una star come la Jolie che dedica il suo tempo, il suo spirito, le sue qualità artistiche a divulgare un messaggio così alto. scoprendo la vita di questi personaggi che vanno contro la corrente delle mode e delle convenzioni. Lei stessa, all’indomani dell’uscita del film in America, ha confessato cosa l’ha affascinata:

"If you look at the themes of his life…
Se si guarda ai temi della sua vita, c’è la resistenza dell’atleta, c’è questo ragazzino che non sa se vale qualcosa, c’è la relazione con suo fratello a cambiare il senso di sé e poi c’è la fede. Quindi, la fede doveva essere in questo film e doveva esserlo non come un capitolo finale: volevamo essere sicuri che ci fosse fin dall’inizio e per tutta la sua durata. E quindi, invece di inserire negli ultimi dieci minuti del film una sorta di disordine post-traumatico che gli permettesse di trovare Dio, volevamo che questo tema fosse presente e che potesse essere portato nel campo e che il messaggio fosse forte. Era anche importante per Louis che il messaggio fosse rivolto a tutte le fedi e anche a chi non è credente perché potesse arrivare a più persone possibili".

Con dei precisi doveri, nei confronti della vita difficile di un uomo e della storia:

"You have to pay respect to what this man actually went through…
È necessario portare rispetto per quello che quest’uomo ha passato ed è anche necessario colpire a un certo livello per mostrare che questa è la guerra e quanto quell’esperienza sia stata orribile. Penso che abbiamo veramente capito che era parte della storia e ogni volta che ci sono stati dei momenti difficili, ci sedevamo tutti insieme e pensavamo: 'Puoi veramente immaginare come poteva essere?'. Non è una cosa carina da rivisitare, ma è storia. Penso che fosse difficile, ma anche necessario".








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