2015-01-09 13:35:00

I nuovi cardinali: pastori con l'odore delle pecore


Come sottolineato da molti attenti osservatori, la lista dei 20 nuovi cardinali, annunciata da Francesco all'Angelus del 4 gennaio, è inaspettata e sorprendente. Una vera sorpresa è in particolare l'elenco dei 15 cardinali elettori che verranno creati dal Papa al Concistoro del 14 febbraio.

Pastori con l'odore delle pecore

Si tratta di porporati definiti, forse con un termine ormai abusato, 'di periferia'. Rappresentano un dono delle Chiese locali al governo della Chiesa, come collaboratori immediati del Santo Padre. Ma, quello che è più importante, sono spesso vescovi che hanno una grande esperienza pastorale, pastori che hanno addosso quello che Francesco chiama "l'odore delle pecore".  Vescovi che hanno un grande senso del servizio al Vangelo, alla verità di Gesù, lontani dalle logiche geo-politiche di potere.

"Sangue nuovo" per la Chiesa

Rappresentano, per così dire, del "sangue nuovo" per la Chiesa, perché portano alla centralità della Chiesa, le luci e le ombre, le gioie e le angosce, di comunità, in passato, spesso dimenticate. In particolare poi, ha colpito la scelta del Papa di non ritenersi vincolato alle sedi storiche del cardinalato. Va sottolineato, però, come non esista una norma che limiti il Pontefice nella scelta dei porporati, selezione che compie in piena libertà e autonomia. A sorprese simili ci aveva abituato a volte Giovanni Paolo II.

Una scelta che compete solo al Papa

Colpisce, inoltre, come almeno tre dei nuovi porporati - quelli provenienti da Etiopia, Nuova Zelanda e Tonga - siano presuli che sono, o sono stati, presidenti di organismi di chiese locali, regionali o subcontinentali. Si tratta di vescovi che si sono quindi confrontati con problemi ecclesiali non solo nazionali. Sorprende, infine, che qualcuno abbia rimproverato al Papa di aver fatto tutto da solo nelle sue scelte, dimenticando forse che creare i cardinali è proprio una delle responsabilità del suo ruolo specifico di Successore di Pietro.  

(A cura di Luis Badilla Morales e Fabio Colagrande)








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