Papa Francesco ha tenuto nell’Aula Paolo VI in Vaticano la prima udienza generale del 2015 proseguendo la catechesi sulla famiglia. Al centro della sua riflessione la figura della madre. Il servizio di Sergio Centofanti:
Madre esaltata ma poco aiutata
”Nella famiglia – ha subito detto il Papa - c’è la
madre. Ogni persona umana deve la vita a una madre, e quasi sempre deve a lei molto
della propria esistenza successiva, della formazione umana e spirituale”:
“La madre, però, pur essendo molto esaltata dal punto di vista simbolico - tante poesie, tante cose belle che si dicono poeticamente della madre - viene poco ascoltata e poco aiutata nella vita quotidiana, poco considerata nel suo ruolo centrale nella società. Anzi, spesso si approfitta della disponibilità delle madri a sacrificarsi per i figli per ‘risparmiare’ sulle spese sociali”.
Ascoltare di più le madri
Anche nella comunità cristiana – ha proseguito il
Papa – accade che “la madre non sia sempre tenuta nel giusto conto, che sia poco ascoltata.
Eppure al centro della vita della Chiesa c’è la Madre di Gesù. Forse le madri, pronte
a tanti sacrifici per i propri figli, e non di rado anche per quelli altrui, dovrebbero
trovare più ascolto. Bisognerebbe comprendere di più la loro lotta quotidiana per
essere efficienti al lavoro e attente e affettuose in famiglia; bisognerebbe capire
meglio a che cosa esse aspirano per esprimere i frutti migliori e autentici della
loro emancipazione”:
“Una madre con i figli ha sempre problemi, sempre lavoro. Io ricordo a casa, eravamo cinque e mentre uno ne faceva una, l’altro pensava di farne un’altra, e la povera mamma andava da una parte all’altra, ma era felice. Ci ha dato tanto”.
Madri, antitodo a individualismo egoistico
“Le madri – ha quindi sottolineato - sono l’antidoto
più forte al dilagare dell’individualismo egoistico”:
“Individuo vuol dire ‘che non si può dividere’. Le madri invece si ‘dividono’, a partire da quando ospitano un figlio per darlo al mondo e farlo crescere. Sono esse, le madri, a odiare maggiormente la guerra, che uccide i loro figli. Tante volte ho pensato a quelle mamme quando hanno ricevuto la lettera: ' ... suo figlio è caduto in difesa della patria…'. Povere donne, come soffre una madre! Sono esse a testimoniare la bellezza della vita”.
Disumana una società senza madri
Papa Francesco cita l’arcivescovo salvadoregno Oscar
Arnulfo Romero, assassinato nel 1980, quando parlava del “martirio materno”. In una
omelia per il funerale di un prete ucciso dagli squadroni della morte, il presule
affermò che essere martiri è anche “dare la vita a poco a poco”, “nel silenzio, nella
preghiera, nel compimento onesto del dovere; in quel silenzio della vita quotidiana”
come fa una madre, “che senza timore, con la semplicità del martirio materno, concepisce
nel suo seno un figlio, lo dà alla luce, lo allatta, lo fa crescere e accudisce con
affetto. E’ dare la vita. E’ martirio”. "Essere
madre - ha osservato - non significa solo mettere al mondo un figlio, ma è anche una
scelta di vita" la "scelta di dare la vita":
"Una società senza madri sarebbe una società disumana, perché le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momenti peggiori, la tenerezza, la dedizione, la forza morale”.
Grazie alle mamme di tutto il mondo
“Le madri – ha aggiunto - trasmettono spesso anche
il senso più profondo della pratica religiosa: nelle prime preghiere, nei primi gesti
di devozione che un bambino impara, è inscritto il valore della fede nella vita di
un essere umano. E’ un messaggio che le madri credenti sanno trasmettere senza tante
spiegazioni: queste arriveranno dopo, ma il germe della fede sta in quei primi, preziosissimi
momenti. Senza le madri, non solo non ci sarebbero
nuovi fedeli, ma la fede perderebbe buona parte del suo calore semplice e profondo". E la Chiesa – ha sottolineato - "è nostra madre! Noi non
siamo orfani, abbiamo una madre! La Madonna e la madre Chiesa e la nostra mamma. Non
siamo orfani, siamo figli della Chiesa, siamo figli della Madonna e siamo figli delle
nostre madri”:
“Carissime mamme, grazie, grazie per ciò che siete nella famiglia e per ciò che date alla Chiesa e al mondo. E a te, amata Chiesa, grazie, grazie per essere madre. E a te, Maria, Madre di Dio, grazie per farci vedere Gesù. E a tutte le mamme qui presenti le salutiamo con un applauso!”.
Saluto a imam francesi e superstiti di Auschwitz
Dopo la catechesi, tra i vari saluti, si è rivolto
alla delegazione degli imam francesi impegnata nelle relazioni cristiano-musulmane,
augurando di proseguire con coraggio l’impegno “al servizio della pace, della fraternità
e della verità”. Ha salutato poi i pellegrini polacchi, e in particolare una delegazione
dei superstiti del campo di concentramento di Auschwitz, liberati settant’anni fa.
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