2015-01-03 08:17:00

Israele. Presidente Rivlin incontra leader religiosi cristiani


Si è svolto il 30 dicembre scorso, a cavallo tra il Natale dei cattolici di rito latino e quello delle Chiese orientali, l’incontro tra il nuovo presidente di Israele, Reuven Rivlin e i capi religiosi delle comunità cristiane che vivono sul suolo israeliano. A riferirlo è il sito Terrasanta.net - ripreso dall'agenzia Sir - per il quale il saluto al presidente Rivlin è stato pronunciato, a nome dei nove leader cristiani presenti, dal patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III, il quale ha messo al centro del suo discorso il tema del dialogo, e la condanna di “ogni violenza, ogni atto di terrorismo o tentativo di perseguitare individui e comunità”.

Il dialogo riduce le tensioni e sradica i pregiudizi
Secondo il patriarca “per edificare una società basata sulla pace, la giustizia e la riconciliazione, abbiamo imparato la potenza del dialogo. Impegnarsi in un dialogo costruttivo non significa che dobbiamo risolvere ogni questione, o raggiungere un pieno consenso su ogni materia. La forza del dialogo sta precisamente nei frutti che porta. E il primo frutto di un genuino dialogo è uno spirito di comprensione più profonda. Il dialogo riduce le tensioni, sradica i pregiudizi e promuove la compassione. Questi frutti sono essenziali per la buona salute di una comunità umana”.  
Dialogo che le stesse comunità cristiane in Terra Santa devono ancora affinare, ma un cammino è stato fatto “per sradicare animosità e pregiudizi e per guarire le memorie del passato”.

Condannate le persecuzioni contro i cristiani in Medio Oriente
Stando ai comunicati ufficiali, il presidente Rivlin ha menzionato le persecuzioni in corso contro le minoranze religiose in Medio Oriente - chiaro, anche se non esplicito, il riferimento allo Stato Islamico. “A causa della loro fede - ha detto il Presidente di Israele - centinaia di migliaia di persone sono esiliate, convertite a forza, attaccate e brutalmente uccise. C’è una guerra contro l’estremismo. C’è una guerra scatenata da chi innalza il vessillo della distruzione e dell’odio contro chi invece proclama la libertà di culto e la coesistenza”.

2015 anno di comprensione e rispetto
“Possiamo, noi cristiani, musulmani ed ebrei, figli d’Abramo, insieme con tutti coloro che professano fedi differenti, - ha concluso - vedere il compimento della visione del profeta Isaia, secondo cui ‘un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, e non ci sarà più la guerra’. Che il 2015 possa essere un anno di amicizia e collaborazione. Che sia un anno di comprensione e rispetto reciproci”. (R.P.)








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