2015-01-02 06:43:00

Congo. Appello dei vescovi: essere artigiani di pace


Essere artigiani di pace: questo l’appello lanciato dalla Conferenza episcopale della Repubblica Democratica del Congo (Cenco) in un messaggio diffuso in occasione delle festività natalizie ed in vista del nuovo anno. Indirizzato a sacerdoti, religiosi, fedeli laici ed uomini di buona volontà, il documento è a firma di mons. Nicolas Djomo, presidente della Cenco, il quale sottolinea “la gioiosa speranza” del Natale e l’importanza di porre “la ricerca della pace e la testimonianza di una vita da artigiani di pace al cuore dell’azione pastorale diocesana”. Quindi, il presule ringrazia e loda “l’impegno degli agenti pastorali al servizio del Vangelo di pace”, evidenziando anche le condizioni “molto difficili” della loro missione, così come l’opera dei consacrati e dei laici “che contribuiscono a mantenere viva la fede nella vita quotidiana”.

Fermare le violenze e tutelare i diritti umani
Ma non mancano le pagine amare nella storia del Paese africani: i vescovi della Cenco elencano le violenze legate al contesto socio-politico ed elettorale, insieme alle tensioni causate da questioni economiche o dalla cattiva gestione dei terreni agricoli. E quindi puntano il dito contro la mancanza di sanzioni esemplari, di una giustizia davvero indipendente ed equa, di una vera autorità statale, evidenziando i rischi dell’esacerbarsi delle identità territoriali, del cattivo uso dei mass-media, delle violazioni dei diritti fondamentali dei cittadini, della povertà, della manipolazione e strumentalizzazione dei giovani, delle ingiustizie sociali. “Come Pastori – si legge nel messaggio – condanniamo tutte queste forme di violenza e ci facciamo portavoci di tutte le vittime senza voce che reclamano giustizia”.

Giustizia e verità alla base della pace
Di qui, il richiamo a tutti i cristiani a “testimoniare la fraternità universale di Gesù Cristo”, poiché “la violenza deforma le relazioni tra gli uomini e la loro relazione con Dio”, il quale “non può abitare dove c’è la violenza”. “La pace – continua la Cenco – si basa su quattro pilastri: giustizia, amore, verità e libertà” ed è per questo che “la Chiesa-famiglia di Dio, soprattutto in Africa, è chiamata a costruire una società pacifica in cui si vivano i veri valori di una vita familiare autentica”. In questa prospettiva, si legge ancora nel messaggio, “la Chiesa è chiamata a diventare per tutti un luogo di autentica riconciliazione, portando nel mondo il perdono di Cristo, Principe della pace”. Per un cristiano, ribadiscono i presuli, “non esistono barriere di razza, clan, tribù o territorio”

Educare i giovani alla riconciliazione
Allo stesso tempo, la Cenco ricorda che, oltre ad essere artigiani di pace, è necessario “intraprendere l’immenso compito di educare le comunità ed i bambini alla pace”, perché “è un dovere nobile educare le nuove generazioni agli ideali di verità, giustizia, amore e pace”, avviando così “la preparazione di tempi migliori per tutta l’umanità”. Ed una delle priorità di questa educazione alla pace, continuano i presuli, deve essere “l’educazione al rispetto della legge, fondamento della vita comune degli Stati moderni”. “La riconciliazione – continua ancora il messaggio episcopale – supera le crisi, restituisce la dignità alle persone ed apre la via allo sviluppo ed alla pace duratura tra tutti i popoli, a tutti i livelli”. (A cura di Isabella Piro)








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