2014-12-31 15:41:00

Giornata della Pace. Padre Ripamonti (Centro Astalli): "Promuovere cultura dell'accoglienza, dopo vengono le leggi"


"Non più schiavi, ma fratelli" è il tema del Messaggio di Papa Francesco per la 48ma edizione della Giornata Mondiale della Pace. Lo commentiamo considerando tre ambiti in cui si esprimono le schiavitù contemporanee e a cui il Pontefice fa riferimento: la tratta e la prostituzione, la migrazione forzata, i lavoratori privati della loro dignità. 

Sr. Rita Giaretta è direttrice Casa Rut (Caserta), per ex ragazze di strada: "Il Vangelo è un Vangelo di liberazione e di speranze. Non si può lasciare che queste ragazze siano schiavizzate ancora oggi, nel 2015, ormai, e che soprattutto continuiamo ad esserne complici. Io mi auguro - come afferma il Papa - che possiamo davvero globalizzare davvero la fraternità". 

P. Camillo Ripamonti SJ è presidente del Centro Astalli (Roma). Ricorda la storia emblematica di Adam, che è stata raccontata direttamente a Francesco, quando fece visita al Centro per Rifugiati, il 10 settembre 2013. Originario del Darfur, è dovuto fuggire dal suo Paese perché costretto là ad imbracciare le armi. Un giorno si è trovato a combattere contro suo fratello. Pur di evitare uno scontro tra consanguinei, ha intrapreso un viaggio che lo ha portato faticosamente in Italia dove ha cercato di ricostruire delle relazioni fraterne. "Fortunatamente ora Adam lavora e aiuta il Centro Astalli a condividere la sua storia soprattutto nelle scuole. Ciò che credo sia attualmente più urgente - sottolinea il gesuita - è una formazione degli italiani ad una cultura di accoglienza. Solo dopo arrivano le leggi, che se mancano di un anelito interiore rischiano di essere vuote. Il Papa ce lo ricorda nel Messaggio, c’è bisogno di una responsabilità personale maggiore, anche a livello di credenti. Non basta che la Bibbia ci dica di rispettare il fratello, è fondamentale la conversione del cuore che va preparata, accompagnata, educata". E alla luce della vicenda del traghetto Norman Atlantic, padre Ripamonti precisa: "Basta parlare di clandestini a bordo, bisogna bandire questa etichetta che non è rispettosa della dignità di queste persone". E conclude con un cenno alla chiusura di Mare Nostrum "in cui - dichiara perplesso - si è fatto molto leva sul fattore risparmio. L’idea che passa è che salvare una vita non è più così conveniente. Il Papa ci ricorda invece che mercificare le vite e che l’interesse economico che sta alla base di tante decisioni disumanizza la nostra società". 

Chiudiamo con uno sguardo alla situazione di grande depressione economica in quella che è la provincia del centro Italia ma che di fatto è sempre più diventata una periferia, soprattutto dal punto di vista occupazionale, Rieti. Il parroco Don Valerio Shango, direttore Ufficio per i Problemi Sociali e del Lavoro della diocesi analizza la condizione di centinaia di persone, sia profughi libici, sia autoctoni, che cercano ancora una stabilizzazione lavorativa.








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