2014-12-24 14:10:00

S. Egidio, migliaia di poveri ai pranzi di Natale nel mondo


Da molti anni, per la Comunità di Sant’Egidio sparsa nel mondo Natale fa rima con solidarietà. Così anche stasera e domani in moltissime città d’Italia e all’estero, migliaia di poveri, immigrati, rom, persone messe in ginocchio dalla crisi parteciperanno alle cene della vigilia o ai pranzi di Natale itineranti, allestiti dalla Comunità. Al microfono di Federico Piana, ne parla Augusto D’Angelo, responsabile per i senza fissa dimora di Sant’Egidio:

R. – Nelle famiglie si sta preparando il cenone. In fondo, lo stiamo facendo anche noi, soltanto che la famiglia che ci siamo scelti o che ci ha scelto è una famiglia un po’ più grande: nel senso che noi contiamo di incontrare questa sera tra le duemila e le tremila persone in questo cenone itinerante che organizziamo ormai da tanti anni. Porteremo a tutte le persone che vivono nelle stazioni – nei luoghi dove generalmente le persone che non hanno una casa o una dimora dormono – un pasto completo caldo e un regalo per ciascuno, per invitare poi, perché la festa non finisce, tutti quanti domani ai grandi pranzi di Natale che faremo un po’ in tutta la città. Questo riguarda soltanto Roma, ma il nostro pranzo si è un po’ allargato negli ultimi anni, nel senso che, come direbbe Francesco, abbiamo riscoperto e incrementato la parola “solidarietà”. Per questo, negli ultimi anni questo pranzo è cresciuto in Italia – perché ormai domani ci saranno 220 pranzi in tutto il Paese – ma è cresciuto anche nel mondo perché abbiamo fatto un conto preparandoci a questo evento: abbiamo visto che lo scorso anno più di 600 città nel mondo hanno avuto i pranzi di Natale della Comunità di Sant’Egidio, con 160 mila ospiti.

D. – Chi sono questi ospiti?

R. – È un mondo molto vario, perché ci sono persone che vivono in strada, ci sono molti anziani soli che ci telefonano e ci dicono: “Quest’anno passo il Natale da solo. Posso venire?”. Naturalmente sono i benvenuti e da lì inizia una nuova amicizia. Ci sono i rom, tanti immigrati, persone che hanno cominciato ad arrivare nei nostri centri, senza saper la lingua, hanno studiato con noi l’italiano, hanno trovato con noi un lavoro e adesso mangiano con noi alla festa di Natale ma durante l’anno ci aiutano nelle nostre attività. Poi, i tanti italiani che con la crisi si trovano in difficoltà, perché diciamoci la verità, in Europa, in Italia questo è un momento abbastanza segnato dalla crisi; ci sono ancora cattivi segnali di intolleranza… Di fronte a tutto questo, noi abbiamo scelto di allargare ancora di più la tavola, perché ci sembra che questa solidarietà globale e questa misericordia e tenerezza da far provare a tanti per consolarli sia una cosa importante che deve fare la comunità di Sant’Egidio, ma che naturalmente è chiamato a fare ciascuno.








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