2014-12-24 14:14:00

Pil Usa: +5% nel terzo trimestre, consumi in salita


La ripresa degli Stati Uniti prende slancio. Il Pil, il prodotto interno lordo, vola e sale nel terzo trimestre del 5%, il risultato migliore da 11 anni. Il Dipartimento del commercio ha rivisto al rialzo la precedente stima del +3,9% per il periodo tra luglio e settembre. Si tratta del tasso di crescita più veloce dal terzo trimestre 2003, quando il dato crebbe del 6,9%. La forte revisione è legata ai consumi, saliti del 3,2%, ma anche al calo dei prezzi del petrolio che, riducendo il costo della benzina, lascia nei portafogli degli americani una media di 100 dollari al mese. A tirare sono pure le imprese, che aumentano gli investimenti. Ce ne parla l’economista Francesco Carlà, presidente di "Finanza World", sito di informazione finanziaria, intervistato da Giada Aquilino:

R. – A incidere sono senz’altro questi fattori e quindi è molto probabile che il 5% possa essere confermato anche nel prossimo trimestre e magari pure nei seguenti. Per gli Stati Uniti – dove sul prezzo della benzina, del petrolio in generale, non pesano le accise e le tasse che pesano da noi – un’iniezione di liquidità, di maggiore disponibilità sottratta alle spese per i consumi di carburanti e per l’energia significa immediatamente la possibilità di consumare di più, di investire di più e quindi anche, dal punto di vista degli imprenditori, di occupare più persone, di aver più voglia di investire e di assumere.

D. – Consumi, calo dei prezzi del petrolio, più posti di lavoro: possiamo dire che sono fattori tutti collegati tra loro?

R. – Sono assolutamente tutti fattori collegati tra loro e naturalmente sul quadro generale pesa la mentalità americana di avere ben in mente che l’economia è in cicli e che questo è un ciclo positivo in cui tutte le leve dell’economia vanno verso quella direzione. Infatti, poi anche Wall Street, che è un po’ il "sismografo" di questo tipo di tendenze, dopo un periodo di flessione degli inizi di dicembre è riscattata verso l’alto in queste ultime sedute.

D. – E a tirare sono anche le imprese che aumentano gli investimenti. A cosa è dovuto?

R. – La psicologia pesa molto, conta molto nei "trend" imprenditoriali. Quindi, in questo momento la visione degli imprenditori americani è che sia possibile investire di più perché in futuro ci può essere un periodo di sviluppo ulteriore.

D. – La Casa Bianca preallerta sulla crescita che sta rallentando in molti partner commerciali: il riferimento è anche all’area euro?

R. – È essenzialmente all’area euro. E in particolare, all’interno di questa, ai Paesi mediterranei come l’Italia, la Francia, la Spagna che pesano nel bilancio dell’Unione Europea. Sarà molto importante vedere quanto la Commissione europea insediatasi di recente abbia intenzione di raggiungere la locomotiva americana, cioè di infilarsi in questo "trend", o quanto piuttosto continui con l’idea dell’austerity a tutti i costi, che anche la Germania e i suoi partner dovrebbero cominciare a vedere come un profilo assolutamente inadeguato per il momento in cui ci troviamo adesso.








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