2014-12-24 18:33:00

Il Natale illumina il mondo: in viaggio con la Cometa dall'Afghanistan all'Argentina


Natale a Herat, con i militari italiani in Afghanistan

"Le missioni militari all'estero sono a supporto della pace. Questa missione non è stata e non è per nulla vana. Per quanto vedo, credo che, in qualche modo, debba continuare ancora. E' una missione che deve ancora supportare questo Paese". L'arcivescovo Santo Marcianò, Ordinario Militare per l'Italia, in collegamento da Herat, Afghanistan, dove si trova in visita pastorale per celebrare il Natale con i militari italiani impegnati nella missione ISAF promossa dalla Nato a supporto del governo afghano, sottolinea come la pace si rafforzi promuovendo il sociale, la cultura, quindi l'uomo: "ed è quello che fanno i nostri militari all'estero". "I soldati in missione vivono il Natale in modo particolare, che non è quello dell'Italia, dove si vive con la famiglia, con le proprie tradizioni ed affetti. Qui, la sensibilità religiosa aumenta, paradossalmente, proprio dalla mancanza di quegli affetti. E il Natale, l'accoglienza di Cristo che si fa uomo per salvare l'umanità, si vive ancora più intensamente".  In queste zone, continua l'arcivescovo Marcianò, c'è un Islam che promuove la pace. rappresenta la maggior parte della popolazione ed è con loro che i militari italiani entrano in dialogo per costruire la comunità". 

I Marò Massimiliano e Salvatore 

"E' una situazione che indigna tutti. Anche noi come cittadini e italiani. Non è possibile che si ritardi così. Mi auguro che il governo italiano, che ringrazio per quando sta facendo, possa al più presto risolvere con ogni mezzo lecito e giusto risolvere il problema dei due fucilieri, che sta diventando il problema dell'Italia". 

La missione Nato in Afghanistan

Per il Generale di Brigata Maurizio Angelo Scardino, comandante del TAAC-West, la Forza Nato di supporto, formazione e addestramento delle Forze Armate afghane ad Herat, in 13 anni di attività in Afghanistan sono stati fatti grandi passi per migliorare la vita della popolazione civile. "In particolare nel settore sanità, dell'istruzione, nei trasporti, lavori pubblici e nell'agricoltura". "Nella zona di Herat abbiamo attivato ambulatori, ospedali, un ospedale pediatrico. Ma il settore più importante sul quale siamo intervenuti, tra gli altri, è l'istruzione. Ci sono 105 scuole con 85mila banchi. Sono 130 mila gli studenti che frequentano la scuola. Il 70% della popolazione afghana è sotto i 25 anni e, oggi, 9 milioni di bambini vanno a scuola. Tredici anni fa solo 1 milione di bambini frequentavano la scuola e nessuno era di sesso femminile. Ora le ragazze, le bambine, che vanno a scuola sono il 37,6%". 

Natale in America Centrale e Latina

"E' un momento complesso per Cuba e i cubani, ma anche per gli americani. E' il Natale a Cuba trascorrerà come sempre, così come in tutta l'America Latina. Nessuno può rinnegare le sue radici". Per Jorge Milia, giornalista e scrittore argentino, amico di Papa Francesco, "pesa la situazione di crisi, non solo a Cuba ma in tutta l'America Latina. Penso alla situazione politica dei vari Paesi, come il Venezuela. Mentre tra una settimana, in Argentima, inizia un anno elettorale". "La gente si aspetta cambiamenti, la fine della corruzione in politica. Forse si aspetta troppo. La miseria non è essere poveri di denaro, ma moralmente poveri. I governi hanno il dovere non tanto di donare soldi alla gente, ma di creare condizioni per la dignità del lavoro".  "Ma tutta questa negatività non può vincere sullo spirito del Natale. In mezzo alle difficoltà la gente ha ancora posto per Gesù Bambino e ricorda le parole di Papa Francesco. Una parola, in particolare, che per noi argentini e per tutta l'America Latina riassume un concetto di Natale importante riconciliazione. Senza riconciliazione, la speranza per il nostro domani, non ci sarà futuro per tutti noi". 








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