2014-12-22 10:41:00

Mons. Giudice lancia "Concilio Giovane" per spiegare Vaticano II


Si chiama "Concilio Giovane" e mons. Giuseppe Giudice, vescovo della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, lo ha voluto per celebrare il 50.mo anniversario della conclusione del Vaticano II, per far riscoprire ai fedeli i suoi insegnamenti e il suo messaggio. Al microfono di Tiziana Campisi, mons. Giudice descrive questo cammino intrapreso dalla sua diocesi:

R. – Innanzitutto è un compleanno, perché dobbiamo celebrare il 50.mo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, un evento che ha segnato la storia della Chiesa in senso positivo. Però tanti giovani, tante persone oggi l’hanno letto soltanto nei libri. Allora, per prepararci a questo 50.mo – l’8 dicembre 2015 – ho voluto indire questo concilio che ho chiamato “Concilio giovane”  e “non dei giovani”, proprio per dire che la giovinezza è di tutta la Chiesa. E la giovinezza della Chiesa è sempre opera dello Spirito Santo. Quindi, è riprendere un po’ lo spirito del Concilio proprio per ringiovanire, anche sull’esempio stupendo di Papa Francesco, un po’ la nostra Chiesa.

D. – Quali iniziative sono state pensate per questo Concilio giovane?

R. – Abbiamo scelto pochi momenti. Abbiamo fatto una scelta anche nella mia diocesi a Pagani, dove riposa il corpo di Sant’Alfonso Maria de Liguori, un grande dottore della Chiesa. Allora, per recuperare la loro spiritualità abbiamo scelto dalla sua vita o dalla sua esperienza pastorale dei momenti fondamentali: il Natale, la Passione del Signore, l’Eucarestia, la Madonna. Durante l’anno ci saranno dei momenti. Ad esempio, durante il tempo della Quaresima i giovani saranno impegnati con la chiesa in una settimana di evangelizzazione per poter parlare anche a chi sta fuori, a chi è lontano. Poi, abbiamo pensato al mese di maggio, perché la Madonna è molto presente nella nostra tradizione ma anche nella spiritualità alfonsiana, per recuperare questo rapporto con la Madonna non solo come Madre di Dio, ma attenta anche alla femminilità, alla donna; una donna certo non remissiva, non sottoposta, ma libera e perciò sa cantare. Poi, l’attenzione va anche all’Eucarestia, la visita al Santissimo Sacramento, mettere l’Eucarestia al centro…

D. – Lei cosa auspica?

R. – Ho invitato proprio a leggere insieme nelle comunità le quattro grandi costituzioni. Sono sicuro che se vengono lette con lo spirito giusto, quasi dettati nuovamente dallo Spirito, potranno rinnovare, cambiare le persone nelle nostre comunità. Ho grande fiducia nelle nostre possibilità che sono una risposta alla grande possibilità che il Signore dà ad ognuno di noi.

D. – Con quali parole inviterebbe ancora i suoi fedeli a prendere parte ai diversi momenti che sono previsti?

R. – L’invito che il Signore fa è “Venite alla festa”. Venite, e questo rispondere con il cuore, con la vita, perché tante volte rimaniamo ai margini, oppure gli invitati non erano degni; allora, bisogna ritornare ai crocicchi continuamente a invitare – e qualche volta a spingere – a far entrare nella sala coloro che rimangono fuori. È questo il compito missionario al quale non dobbiamo mai venire meno. Guai se perdessimo questo senso della fiducia e dello stupore!








All the contents on this site are copyrighted ©.