2014-12-22 08:48:00

Libano: appello della Chiesa per profughi cristiani iracheni


Sono più di 800 le famiglie cristiane irachene fuggite da Mosul e dalla Piana di Ninive che hanno trovato finora riparo in Libano. La loro condizione è quella degli “ultimi arrivati” in un Paese già destabilizzato dall'arrivo di più di un milione di profughi siriani. La maggior parte di loro - riferisce l'agenzia Fides - gravita nell'area di Beirut e ha trovato sostegno solo da parte della locale eparchia caldea. 

L'appello del vescovo
Mons. Michel Kassarji, vescovo di Beirut dei Caldei, ha diffuso un comunicato per sollecitare aiuti in favore delle vittime cristiane della “macchina cieca dell'estremismo religioso” che le ha costrette ad abbandonare le proprie case e i propri villaggi. I profughi cristiani iracheni arrivati in Libano – riferisce il vescovo caldeo - non hanno lo status dei richiedenti asilo, e vivono nella speranza di ottenere i permessi per emigrare nei Paesi occidentali. Non trovano lavoro, vengono sfruttati da chi approfitta della loro condizione di emergenza per rincarare gli affitti delle case, e sono privi di qualsiasi aiuto da parte delle istituzioni civili e delle Organizzazioni internazionali

Al collasso gli aiuti per i profughi
“L'impressione - afferma a Fides il sacerdote maronita Paul Karam, direttore di Caritas Libano - è che tutto il sistema di aiuti internazionali per i profughi siriani e iracheni sia sull'orlo del collasso. Non ci sono più risorse, e le organizzazioni umanitarie non riescono più a far fronte ad un'emergenza divenuta cronica”. (R.P.)








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