2014-12-22 09:21:00

Iraq. Patriarca Sako ai profughi: "Non vi dimentichiamo"


Rassicurare i profughi cristiani, la cui situazione "è ancora critica e tragica" perché non si intravede una "soluzione rapida" all'orizzonte, perchè essi "non sono abbandonati e soli", e non saranno dimenticati. È il messaggio che il patriarca caldeo Mar Louis Raphael I Sako rivolge alla comunità cristiana irakena e, in particolare, ai profughi che hanno abbandonato le loro case in seguito all'avanzata delle milizie del sedicente Stato islamico, per le imminenti festività di Natale. Nel documento, inviato all'agenzia AsiaNews, sua Beatitudine si rivolge ai fedeli di Mosul e della piana di Ninive, dove circa 500mila persone sono fuggite in seguito all'avanzata islamista, che ha fondato un Califfato e imposto la sharia.

I profughi non sono abbandonati
Vivere in una piccola stanza o dentro a furgoni allestiti dalla Chiesa, sottolinea Mar Sako, non è facile da un punto di vista psicologico; nella comunità è evidente il sentimento di "preoccupazione" per le loro case e le città, per i posti di lavoro perduti e per un futuro oscuro per i loro figli. Il patriarca caldeo aggiunge però che "non siete abbandonati e soli", le vostre sofferenze "non sono dimenticate".

Messa di Natale tra i profughi
Il patriarca chiede "a tutti i nostri fratelli e sorelle" di pregare e mantenere vivo "il coraggio, la speranza e la fiducia in Dio Padre"; egli conferma il proposito di celebrare la Messa di Natale in mezzo ai profughi, per esprimere così in modo concreto la vicinanza della Chiesa e la disponibilità nel prestare loro un aiuto continuo.

Il cristianesimo deve rimanere in Iraq
Nel messaggio mar Sako ringrazia quanti, in Iraq e all'estero, continuano ad aiutare e manifestare solidarietà alla comunità cristiana irakena. Il cristianesimo deve continuare a rimanere in questa terra benedetta, aggiunge, perché esso è un "messaggio di amore e tolleranza, come Cristo ha insegnato. Vogliamo vivere in pace e sicurezza", afferma il patriarca caldeo, che ricorda "la nostra terra, la nostra storia, la nostra identità, che sono la nostra terra promessa".

L'appello ai politici
Egli rivolge anche un appello alla politica e alla classe dirigente, perché tuteli "i diritti di tutti gli irakeni" e garantisca loro "dignità e giustizia", che sono "il fondamento della pace". Un obiettivo da raggiungere "attraverso una corretta educazione" e la formazione di menti aperte, che operino per "la convivenza e il rispetto dei valori della diversità e dei diritti umani". Come disse il Signore a Maria, Mar Sako si rivolge ai fedeli invitandoli a non avere paura. In questo Natale rinnoviamo la fede in Dio e la fiducia negli uomini di buona volontà, conclude il patriarca, perché in un cuore colmo di dolore nasca "una nuova alba di speranza". (J.M.)








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