2014-12-19 12:43:00

Libia: la situazione è ormai fuori controllo


Lo scontro tra i due governi, quello insediato a Tripoli e quello di Tobruk, si accentua e coinvolge le diverse milizie presenti in tutte le aree della Libia. Ieri, fonti militari del governo di Tobruk hanno annunciato che 30 miliziani filo-islamici di Fajr Libya (Alba, vicini al governo di Tripoli) sono stati uccisi e 270 feriti negli scontri attorno alla zona petrolifera tra Sirte e Bengasi. Al centro degli scontri - riferisce l'agenzia Fides - ci sono i terminal e le altre installazioni petrolifere ma anche le basi militari, come quella di Brak al-Chata (640 km a sud di Tripoli in pieno deserto), attaccata dalle forze di Fajr Libya che si sono impossessate di diversi tipi di munizioni, armi pesanti e medie, missili anti-carro e aerei, con l’intenzione di trasferirli nelle aree costiere.

Gravi danni al sistema sanitario
Gli scontri a Bengasi, capitale della Cirenaica, tra le milizie islamiste e i militari fedeli al generale Khalifa Haftar, oltre alle vittime stanno provocando gravi danni al sistema sanitario locale. La stampa libica riferisce che l’ospedale di Hawari è stato abbandonato e le sue costose attrezzature mediche sono state rubate. Il governo indiano ha disposto il rimpatrio, via Tunisia, di 38 infermiere di nazionalità indiana che operavano negli ospedali di Bengasi. Nella capitale della Cirenaica gli unici ospedali ancora aperti sono il Benghazi Medical Centre e il Jalaa Hospital.

Minacce al personale sanitario cattolico
Tra il personale infermieristico, sia in Cirenaica che in Tripolitania, c’è una forte presenza di cattolici (in particolare filippini) e fino agli inizi del 2013 anche di religiose cattoliche. Come aveva denunciato a Fides mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario Apostolico di Tripoli, la maggior parte delle congregazioni religiose erano state costrette a lasciare la Cirenaica a causa delle forti pressioni e minacce ricevute. (R.P.)








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