2014-12-19 08:20:00

Iraq: l'Is uccide oltre 150 donne per il no a nozze forzate


Uccise per aver rifiutato di sposare i miliziani jihadisti. E’ strage di donne in Iraq, dove oltre 150 irachene sono state massacrate per aver detto no a nozze forzate. Intanto i peshmerga curdi avanzano nel nord iracheno. Servizio di Francesca Sabatinelli

 Un massacro efferato, l’ultimo compiuto dai miliziani di al Baghdadi che hanno ucciso oltre 150 donne, alcune in stato di gravidanza, colpevoli di aver rifiutato il matrimonio con i jihadisti del sedicente Stato islamico. La strage, denunciata dal ministero per i Diritti umani di Baghdad, e avvenuta a Falluja, nelle mani dell’Is ormai da quasi un anno, è soltanto l’ultimo di una serie di massacri perpetrati nella città, attorno alla quale vi sarebbero alcune fosse comuni. I jihadisti sembrano però perdere terreno nel nord-ovest iracheno, respinti dai peshmerga curdi che, supportati dai raid della coalizione internazionale,  avrebbero riconquistato una porzione del territorio di Sinjar, città caduta nelle mani dell’Is la scorsa estate, e dove centinaia di famiglie della  minoranza yazida sono intrappolate . Intanto a Erbil, nel Kurdistan i capi sia religiosi che politici della comunità sunnita sono riuniti, sostenuti da Gran Bretagna e Stati Uniti, nel tentativo di costituire una forza militare sunnita anti jihad. Serviranno però almeno tre anni per segnare la svolta nella lotta all’Is, è questo lo scenario temporale previsto ieri dal Pentagono, e nel frattempo la vita di milioni di bambini sarà distrutta. E’ la drammatica stima dell’Unicef che denuncia che la crisi in Siria entro la fine del 2015 oltre 8 milioni e mezzo di bimbi saranno vittime di violenze e sfollamento forzato. Occorrono 900 milioni di dollari, chiede l’organizzazione, il minimo per sostenere i minori colpiti dal conflitto.

 

 








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